L'articolo riprodotto in questa pagina fu pubblicato il 17 agosto del 1938 sulle pagine del “Resto del Carlino”. Non è firmato, ma fu scritto per il quotidiano emiliano dal grande giornalista, scrittore e poeta senese Ezio Felici, che diresse la cronaca senese de “Il Telegrafo” dal 1922 al 1943. Ne siamo venuti in possesso spulciando il vastissimo archivio di memorie del nonno tenuto amorevolmente da Daniele Sasson – nipote di Ezio Felici – che ci ha permesso di riprodurlo e ripubblicarlo.
Essendo stato pensato per un giornale – e di conseguenza un pubblico di lettori – lontano dalla realtà senese, il pezzo non si addentra troppo all’interno delle questioni paliesche, puntando più sulle emozioni provate dai forestieri che siavvicinano al Palio per la prima volta: i colori, le monture, la straordinaria passione e partecipazione del popolo. Per la cronaca, quel Palio lo vinse la Chiocciola, quindi ci è sembrato giusto far rivivere a tutti quelle emozioni. Nicola Panzieri
SPETTACOLOSA CELEBRAZIONE DEL PALIO DI SIENA
LA 44° VITTORIA DELLA CONTRADA DELLA CHIOCCIOLA
Siena, 16 notte. Il Palio di Siena si è rinnovato oggi nell’imponente cornice del Campo, ove si sono assiepati più di cinquantamila spettatori, convenuti da ogni dove.
Treni ordinari e speciali, lunghe teorie di automezzi, hanno convogliato a Siena una grande folla di ospiti, che hanno aggiunto gaiezza e vivacità alla già splendente e suggestiva bellezza delle vie e delle piazze, tutte pavesate a festa in una sinfonia di luce e di smaglianti colori.
Ovunque arazzi, bandiere, vessilli policromi, insegne multicolori, decoravano pittorescamente la città, che ha vissuto la sua grande giornata in un’atmosfera di bruciante passione popolare e di insuperabile entusiasmo.
Fra gli ospiti di eccezione, la Contessa Jolanda Calvi di Bergolo che ha visitato la sede della contrada della Torre ove è stata assai festeggiata dai popolani. Nelle prime ore del pomeriggio, la circolazione nelle tortuose vie cittadine si è resa difficile, tanto erano affollate. Nei rioni delle contrade si sono iniziati i preliminari dello spettacolo con la vestizione delle comparse, i primi giuochi delle bandiere eseguiti dagli alfieri e la caratteristica benedizione dei cavalli e dei fantini partecipanti alla corsa.
Gli ospiti hanno avuto modo di seguire questi particolari aspetti del cerimoniale recandosi nei rioni, ove sono stati accolti con l’aperta cordiale ospitalità da tutto il popolo. Le comparse si sono poi avviate per le strade principali, passando in mezzo a una folla entusiasta in piazza del Duomo, ove hanno reso omaggio a Monsignor Arcivescovo, adunandosi quindi nel cortile del Palazzo del Governo per la formazione dello storico corteo.
Nel Campo, intanto, tutto sfolgorante di addobbi e decorazioni, si andava ammassando la folla degli spettatori; ogni posto disponibile era stato occupato: i palchi, le grandi balconate, le finestre, hanno accolto migliaia di persone, cosicché quando il corteo storico ha fatto il suo ingresso, la vastissima piazza presentava un aspetto imponente e magnifico.
Gli squilli dei trombettieri e il rullo dei tamburi si sono confusi con le ardenti acclamazioni della folla, mentre, dall’alto della Torre civica, la campana maggiore spandeva i suoi solenni rintocchi; ondeggiano i serici vessilli, luccicano le armature, splendono i ricchi costumi di broccato, di velluto, di seta; vibra la passione popolare; mentre gli alfieri eseguono il giuoco delle bandiere con singolare maestria e agilità, scagliandole in alto in segno di saluto, fra gli applausi della folla entusiasta.
Quindi il corteo ha compiuto il giro della pista e i 500 e più figuranti hanno preso posto nell’apposito palco eretto presso il Palazzo Civico. Gli alfieri delle 17 contrade eseguono la sbandierata collettiva, fra rinnovate esclamazioni.
È ora il momento culminante del Palio: gli animi dei «contradaioli» sono sospesi, avvinti, commossi, nell’incertezza e nell’attesa. Escono intanto dal cortile del Podestà i cavalli delle 10 contrade partecipanti al Palio, montati dai rispettivi fantini che impugnano il «nerbo» col quale giostreranno per contendersi la vittoria, e che si avviano alla «mossa» fra il rullo dei tamburi e gli squilli delle «chiarine» e l’assordante rumore del popolo. Alla «mossa» le contrade sono state chiamate in questo ordine: Pantera, Tartuca, Istrice, Valdimontone, Torre, Chiocciola, Nicchio, Leocorno, Aquila e Giraffa.
La corsa è stata assai emozionante e combattutissima: i fantini hanno lottato con destrezza e coraggio per la conquista dell’ambita vittoria, che ha arriso alla contrada della Chiocciola, la quale ha vinto il suo 44° Palio col cavallo Sansano montato dal fantino Tripoli Torrini, lo stesso fantino che aveva vinto il Palio del 2 luglio scorso per la contrada del Drago.
Il popolarissimo rione di San Marco, sede della Chiocciola, che reca i colori rosso-giallo con liste turchine ha festeggiato gioiosamente la vittoria per tutta la notte.