Tratto dal sito www.biblioteca.comune.siena.it
Fondatore della Biblioteca Comunale nacque a Siena il 19 aprile 1677.
Dopo una prima educazione ricevuta dai gesuiti, frequentò l'accademia senese degli Arrischiati, filiazione degli Intronati, dove ci si proponeva di fornire ai giovani della nobiltà cittadina un'istruzione di tipo cavalleresco.
Iscritto successivamente all'Università di Siena, vi si laureò in filosofia e in diritto nel 1699, ottenendovi subito dopo l'incarico di lettore di diritto canonico.
Abbracciata nel 1701 la carriera ecclesiastica, il Bandini divenne suddiacono l'anno successivo e fu ordinato sacerdote nel 1705.
Canonico metropolitano nel 1708, fu nominato arciprete nel 1713 e arcidiacono nel 1723.
Come ammministratore di patrimoni fondiari in Maremma aveva maturato intanto una solida esperienza nel campo delle problematiche economico-produttive dell'antico Stato senese. Nacque da questa esperienza il Discorso sopra la Maremma di Siena, composto intorno al 1737, in cui l'affrancamento dalla decadenza economica che caratterizzava ormai da tempo questo vasto territorio del Senese veniva indicato come possibile soltanto a condizione di un sostegno ai produttori agricoli, da perseguire mediante la libertà delle "tratte", e, con un provvedimento dai caratteri nuovi, attraverso la libertà del commercio interno. L'opera, seppure conosciuta, venne pubblicata soltanto successivamente sotto il granducato di Pietro Leopoldo.
Dalla sua posizione di alto esponente del clero senese, in agiate condizioni economiche e in contatto con intellettuali cittadini e non, il Bandini aveva da sempre mostrato vivo interesse verso le istituzioni culturali senesi e il patrimonio manoscritto e librario cittadino, adoperandosi ad esempio perché non venisse disperso quello dell'Archivio del Capitolo metropolitano. Si dedicò quindi con impegno, successivamente, alla formazione di una biblioteca personale consistente e dai variegati interessi.
Venne accumulando in questo modo un ingente patrimonio librario che, già messo a disposizione di amici e conoscenti, decise quasi alla fine della sua vita di donare allo Studio di Siena, da sempre privo di una biblioteca.
La donazione, avvenuta alla fine del 1758, fu accettata dalla Reggenza toscana agli inizi dell'anno successivo, mentre l'Arcidiacono si adoperava per la riapertura dell'Accademia dei Fisiocritici, il sodalizio scientifico fondato a Siena alla fine del secolo precedente da Pirro Maria Gabbrielli.
Il Bandini morì l'8 giugno 1760.