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COLLE MALAMERENDA

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Storia tratta dal libro "che si fa stasera... si dorme?!" di Bruno Tanganelli (TAMBUS)

Colle Malamerenda

"Si va a fa' merenda a Malamerenda?" "Meglio di no!"

Alla periferia di Siena, oggi assai sviluppata ed estesa nella circostante campagna, a poche miglia da Porta Romana, fra la Tressa e l'Arbia, è Malamerenda.

Intorno a questo colle è fiorita nei secoli la truce leggenda di una strage dei Tolomei compiuta proditoriamente dai Salimbeni durante una rustica merenda che ivi sarebbe stata imbandita nel corso del 1300, si ché a luogo fu affibbiato il nome di "Malamerenda".

Un simpatico scrittore senese, Antonio Palmieri, ne fece ampia poetica narrazione in uno dei suoi "Racconti della Lupa" che costituiscono una pagina squisita di ottima prosa Toscana.

E dopo aver descritto i preparativi del festoso incontro intorno alla tavola ivi riccamente preparata, parla dello svolgersi del convito fastoso ed amichevole: "Era il giorno di Pasqua, rideva la novella primavera... canto di allodole su su alte nel cielo, nella luce abbagliante del bel sole".

Insieme alle tante abbondanti cibarie d'ogni sorta, c'era un arrosto di tordi (una vera rarità per quella stagione) in numero di 18, per l'appunto la metà dei commensali delle due casate.

Quando in un grande vassoio, ornato al centro da un trionfo floreale, questo prelibato e intempestivo arrosto venne recato sul desco, sorse istintivo il problema alla conquista dei tordi da parte dei 36 convitati.

"Bazza a chi tocca!" fu detto. - O mezzo tordo per uno o uno intero e il vicino di tavola (ogni Salimbeni aveva accanto un Tolomei) starà a vedere. Si farà la baruffa e chi sarà primo ad arranfiare con l'imboccatoio (forchetta), godrà.

E così avvenne. "A ognuno il suo!" gridò Salimbene, e i 18 Tolomei si affrettarono con l'imboccatoio sui tordi.

I Salimbeni si gettarono ognuno alle spalle del Tolomei che aveva a fianco e a coltellate lo scannarono.

Rossa diventò la tovaglia odorante di spigo e la strage, originata da antica vendetta per motivi d'interesse, fu compiuta.

Che tutto ciò sia leggenda o fantasia sta il silenzio dei cronisti e degli storici del tempo sull'episodio.

Non solo ma risulta chiaro da documenti e da narrazioni che normali furono nel '300 (malgrado screzi e dissidi però non sanguinosi) i rapporti fra le due potenti e ricche famiglie, e che in fine col nome di Malamerenda era chiamata questa località fino da tempi più remoti (1100 e 1200), anteriormente comunque al 1300.

La leggenda prese corpo e durata per un patetico sepolcreto che tuttora è visibile presso una scaletta in pietra nel chiostro di S. Francesco di Siena.

Nel 1500 (si badi bene: 2 secoli dopo la:.. strage) fu ivi apposta una lapide con la scritta latina che dice: "Qui è il sepolcreto ove giacciono 18 dei Tolomei". Eppure 18 sono gli stemmi di questa casata oggi alquanto consunti ma sempre visibili. D'altra parte pare strano che i Tolomei in pieno splendore di ricchezza e di potenza avessero per tomba gentilizia un angusto sotto scala.

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