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Bettino RicasoliBettino Ricasoli fu uno dei protagonisti del Risorgimento italiano e della vita politica del Regno d’Italia. Figlio del barone Luigi Ricasoli e di Elisabetta Peruzzi, studiò scienze fisiche e chimiche e dal 1834 fu membro dell’Accademia dei Georgofili.
Nel suo castello di Brolio si dedicò con grande impegno all’agricoltura e all’educazione religiosa dei contadini. Rinnovò nella sua tenuta i metodi di conduzione e incoraggiò la coltura intensiva, creando fattorie modello. Particolare attenzione dedicò alla coltivazione della vite e ai metodi di vinificazione.
Di tendenza moderata, sostenitore delle riforme e dell’unificazione dell'Italia, nel 1847 con il Salvagnoli e il Lambruschini fondò il giornale “La Patria”. Dopo la rivoluzione del 1849 partecipò al governo costituzionale e nel 1859, in seguito all’abdicazione del granduca, guidò la Toscana verso l’annessione al Piemonte. Capo della maggioranza parlamentare del nuovo Regno d'Italia, successe al Cavour alla presidenza del Consiglio (1861), ma si dimise l’anno successivo per un contrasto con il Re e con Rattazzi.
Nel 1866 tornò al potere, ma anche questa volta il suo governo non durò più di un anno, ed egli fu costretto alle dimissioni a causa dell’opposizione delle correnti anticlericali. Da quel momento non ebbe più incarichi di governo, ma continuò a far parte del Parlamento.