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Manciano

Terre e castelli

Manciano si estende per 372,03 kmq in una zona collinosa situata tra le valli dell'Albegna e del Fiora. Castello posto sotto la signoria degli Aldobrandeschi e degli Orsini nel Medioevo, fu sede di vicariato in epoca moderna. Ha subito vari mutamenti dei suoi confìni, che inglobavano fino al 1843 anche Capalbio. Nel 1928 ha incorporato le frazioni di Catabbio e San Martino, staccate dal comune di Sorano; dal 1963 Catabbio è stata assegnata al territorio del nuovo comune di Semproniano.

La prima menzione del castello di Manciano si trova nel privilegio emanato nel 1188 da papa Clemente III in favore della chiesa di Sovana. In quell’epoca risultava già sottoposto al dominio degli Aldobrandeschi e nel 1274, con l'atto di divisione della contea aldobrandesca, fu assegnato al ramo dei conti di Sovana. Agli inizi del Trecento fu occupato dagli orvietani e, successivamente, venne acquisito al dominio dei Baschi, signori del vicino castello di Montemerano. Tra il 1331 e il 1332 il comune di Orvieto riuscì nuovamente a far valere su Manciano la propria sovranità, pur riconoscendo, con un patto stipulato nel 1335, larghe autonomie ai suoi abitanti; ma in quello stesso periodo vi si affermò la signoria degli Orsini, che avrebbero successivamente inserito il castello nella contea di Pitigliano. Conquistato nel 1416 dai senesi, che vi eseguirono opere di fortificazione, restò in seguito legato alle sorti della repubblica di Siena. Di rilievo storico sono anche le frazioni di Marsiliana e Montemerano, già possedimenti signorili della famiglia Baschi, e soprattutto quella di Saturnia, sede di un importante insediamento etrusco e romano: appartenuta fino al Trecento agli Aldobrandeschi, che la contesero a lungo con Orvieto, fu dominata in seguito dai Baschi, dagli Orsini e, a partire dal 1410, dai senesi. Nel periodo giolittiano si sviluppò nel comune di Manciano una forte organizzazione contadina, la cosiddetta «Lega miglioramento campagnoli», che portò tra l'altro all’occupazione delle terre della vasta tenuta della Marsiliana (1904). Teatro di intensa attività partigiana durante la Resistenza, fu il primo centro in Toscana ad essere liberato, il 12 giugno 1944. A Manciano è nato il pittore Pietro Aldi (1852-1888).

Il Comune di Manciano è decorato con la croce al valor militare per il sostegno dato alla lotta di liberazione nonostante le dure rappresaglie naziste.

Nel passato Manciano dovette la sua fortuna soprattutto al fatto di essere costruito (come i vicini centri di Semproniano e Montemerano) sulla strada che dal litorale conduceva verso l'interno, ciò che ne faceva un terminale del traffico commerciale proveniente dalle valli del Fiora e dell'Albegna. Le attività primarie si incentravano sulla coltura della vite, del grano, dell'olivo e sull'allevamento del bestiame ovino, bovino ed equino. A tutt'oggi il comune è un vivace centro di commerci agricoli. Le principali produzioni sono costituite dai cereali, dai foraggi e dall'uva, in parte utilizzata per la produzione del «Morello» di Scansano e soprattutto del «Bianco» di Pitigliano. La zootecnia raggiunge una dimensione rilevante soprattutto per quel che concerne l'allevamento ovino. Le attività manifatturiere (che occupano soltanto il 17% della popolazione attiva) consistono, oltre che nell'estrazione di travertino, marmo, pietra e inerti leggeri, antimonio (con relativa lavorazione), nella trasformazione dei prodotti dell'agricoltura e nella produzione di manufatti per l'edilizia. Le terme di Saturnia, situate nel territorio comunale, richiamano un crescente flusso di visitatori, mentre va prendendo piede l'agriturismo.

La popolazione del territorio comunale ammonta nel 1991 a 7.145 unità, con una densità di 19 abitanti per kmq. Per quanto riguarda le epoche precedenti, nel 1.640 (primo dato conosciuto) si registravano 1.085 abitanti e 1.186 se ne contavano nel 1745. Nell'Ottocento e fino alla metà del secolo successivo è stato rilevato un costante incremento demografico: 2.808 unità nel 1830, 5.566 nel 1881, 8.794 nel 1936, 9.496 nel 1951. Ancora stazionaria nel 1961, con il valore di 9.691 unità, la popolazione di Manciano è andata decrescendo negli ultimi decenni, passando a 8.063 abitanti nel 1971 e a 7.581 nel 1981.

STEMMA: Di rosso al leone d'oro, lampassato di rosso, con la branca destra trasformata in braccio umano, con la mano appalmata.

La figura di una mano aperta, appalmata, che mostra cioè la palma, è simbolo di libertalità. Alla metà del secolo scorso Manciano adottò questo simbolo nel proprío stemma comunale, per assonanza col nome del paese. In seguito a ricerche effettuate all'inizio del Novecento, venne appurata l'esistenza di un sigillo comunitativo risalente al XV secolo che riportava un leone tenente fra le branche una mano.

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