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Murlo

Terre e castelli

Il territorio del comune di Murlo si estende per 114,79 kmq, tra la valle del fiume Merse e quella dell'Ombrone. La sua origine quale feudo risale almeno al XII secolo e primo capoluogo fu probabilmente il castello di Crevole. Nel 1777 la comunità venne ristrutturata e nel 1833 le furono aggiunte le frazioni di Campriano, Bagnaia e Frontignano.

Del castello di Murlo si hanno notizie a partire dall'età medievale, ma resti archeologici di età etrusca ritrovati nella zona fanno pensare che il territorio fosse abitato fin da quel tempo. Nel 1151 il feudo di Murlo veniva donato dal conte Ugolino di Ranuccio Ardengheschi al vescovo Ranieri (da qui appunto il nome di Murlo in Vescovado usato ancora oggi) e la donazione fu ratificata nel 1189 dall'imperatore, malgrado che nei decenni seguenti la presenza di questa singolare enclave all'interno del proprio contado disturbasse alquanto i governanti senesi. Così, per quasi due secoli il territorio di Murlo fu oggetto di aspre controversie fra il governo di Siena e il vescovado, che fu costretto a concedere dal 1274 l'obbligo di milizia per i suoi sottoposti nell'esercito senese; il contenzioso si placò poi definitivamente nel 1387 con il riconoscimento, sia pure parziale, di una sorta di sovranità senese sul castello, i cui abitanti furono da allora tenuti a pagare il censo a Siena e ad acquistarvi il sale; ai vescovi restava comunque la giurisdizione civile e penale sul luogo. Dopo il 1554 e la conquista del territorio senese da parte dei Medici, Murlo continuò ad essere sottomesso alla giurisdizione episcopale fino a quando, nel 1766, Pietro Leopoldo non decretò la soppressione dei feudi nel granducato.

Fino dall'età medievale le risorse del territorio di Murlo, poco popolato, sono state legate all'agricoltura e all'utilizzo del bosco. Più della metà delle sue colline erano ricoperte di lecci, cerri, corbezzoli, ginestre e fornivano alimento al bestiame minuto; i terreni argillosi erano coltivati con buoni risultati a seminativi arborati (cereali, viti, e olivi, gelsi). L'unica attività industriale era rappresentata dalle tintorie. Il comune ha conservato anche oggi caratteristiche spiccatamente rurali: la mancata conversione industriale spiega forse in parte l'esodo della popolazione. I principali prodotti dell'agricoltura sono cereali, vino e olio, riso.

La popolazione totale del territorio comunale raggiunge, nel 1991, le 1.793 unità con una densità di 16 abitanti per kmq. Nel corso dell'Ottocento e del primo Novecento la tendenza demografica era stata di crescita: 1.739 abitanti nel 1830, 3.050 nel 1881 e 5.467 nel 1936; ma già da questo momento la popolazione inizia a diminuire: 3.469 unità nel 1951, che scendono a 2.523 nel 1961, a 1.890 nel 1971 e a 1.784 nel 1981.

STEMMA: Di rosso, al maschio merlato e torricellato di un pezzo, posato su una campagna di verde e sostenuto da due lupi, controrampanti di nero (Decreto del Capo del Governo in data 9 dicembre 1937).

Nello stemma del comune prevale la rappresentazione del castello feudale dei vescovi di Siena. Il fondo rosso dello scudo ricorda la nobiltà della terra, l'audacia e il valore della comunità alla quale si riferisce. Affiancati alla torre nei vari periodi, si sono alternati due lupi, due leoni e due topi. Nella più remota simbologia i topi rappresentavano discrezione e prudenza e potrebbero derivare per assonanza dal nome del paese. I lupi invece ricordano Siena che nella sua «impresa» presenta la lupa.

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