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Rapolano

Terre e castelli

Il territorio del comune di Rapolano si estende per 83,07 kmq sulle colline dell'alta valle del fiume Ombrone. Centro feudale, poi podesteria, divenne sede di comunità nel 1777.

Il castello di Rapolano faceva parte in origine dei domini dei conti Scialenghi i quali nel 1175 lo dettero in accomandigia al comune di Siena. Ma la sua posizione strategica al confine orientale dello stato senese ne faceva un bersaglio delle scorrerie nemiche: nel 1208 fu devastato dai fiorentini e di nuovo nel 1233 dall'esercito unito di Firenze e Orvieto; ancora da Firenze venne pressoché distrutto nel 1253. Dichiarato sede di podesteria verso il 1265, Rapolano divenne negli anni successivi rifugio dei fuorusciti guelfi senesi e quindi nel 1277 di quelli ghibellini, fino a che lo stesso governo senese agli inizi del Trecento si vide costretto a ordinare la distruzione delle mura castellane. Già a metà del Trecento tutte le fortificazioni erano state ripristinate, ma le ostilità militari tra Siena e Firenze trascinarono il castello verso il decadimento economico e sociale. Con la caduta di Siena nel 1554, anche Rapolano entrò a far parte dello Stato mediceo. Dal 1949 il nome del comune è stato trasformato da Rapolano in quello di Rapolano Terme.

Nel passato, le risorse economiche di Rapolano erano incentrate prevalentemente sull'agricoltura: i terreni in gran parte argillosi con alternanza di calcari permettevano coltivazioni di olivi, cereali e viti. Le sue acque termali erano già rinomate nel XIII secolo; nel XIV furono eseguiti per volontà dei Nove di Siena importanti lavori di sistemazione dei bagni, che però già alla fine del Trecento entrarono in una fase di decadenza protrattasi fino all'età moderna. Tra Seicento e Settecento vi si producevano terraglie e panni di lana, vi erano tintorie e gualchiere, vi si estraeva il travertino. Il comune di Rapolano Terme ha oggi perso le sue caratteristiche rurali per assumere quelle di centro industriale, polarizzato sull'estrazione e la lavorazione del travertino e del marmo, ma anche sulla produzione di mobili, sulle confezioni, sull'industria chimica ed elettronica. Nel settore terziario la creazione di due stabilimenti termali di acque solforose per bagni e fanghi ha stimolato l'afflusso turistico. Le attività agricole, sebbene ridotte, si volgono principalmente verso le coltivazioni di cereali, viti, olivi e verso l'allevamento di bestiame.

La popolazione totale del territorio comunale raggiunge, nel 1991, le 4.975 unità con una densità di 60 abitanti per kmq. Nel corso dell'Ottocento la popolazione era notevolmente e costantemente cresciuta, passando dai 3.261 abitanti del 1830 ai 4.170 del 1881, per raggiungere i 5.587 nel 1936; nel decennio 1951-1961 si era avuto un modesto incremento demografico, seguito da un calo nel decennio successivo: infatti nel 1951 il numero totale degli abitanti era di 5.541, mentre nel 1961 saliva a 5.783 e nel 1971 scendeva a 5.188 e a 5.095 nel 1981.

STEMMA: Di rosso al leone d'argento, tenente con la branca destra una rapa, al naturale.

GONFALONE: Troncato di drappo nero e bianco e caricato in cuore di uno scudetto formato dallo stemma sopradescritto, senza ornamenti esteriori (Regie lettere patenti in data 15 aprile 1886).

Il leone campante, con una rapa nella zampa destra, caratterizza lo stemma di Rapolano. Simbolo generico il primo, espressivo di coraggio e sentimenti di libertà; specifico il secondo, ricavato direttamente dal nome del paese.

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