In quest'anno rovinoso, pieno di disgrazie, e disastri a motivo dell'invasione dei francesi in Toscana fu sospesa la corsa del Palio in Piazza del 2 luglio dell'anno corrente, poiché governando anche in Siena i francesi medesimi, e dubitando che l'unire il popolo fosse cosa pericolosa, e che potesse servire di occasione a qualche insurrezione popolare, giacché il popolo, ed ogni ceto di cittadini fremeva nel sopportare il pesante, e crudele giogo del governo francese, e gli aretini, che furono i primi fra i popoli toscani ad insorgere, erano nelle vicinanze di Siena in molto numero, ed armati, perciò il comandante francese di questa piazza Giuseppe Ballet credé dovere ordinare che non si eseguisse la predetta Corsa differendola a tempo migliore, più quieto.
Non mal si appose il predetto Comandante, poiché nel giorno 28 giugno alle ore due, e mezzo doppo mezzogiorno entrarono improvvisamente in Siena le truppe aretine seguite da moltissime persone dello Stato, e adiacenze sanesi.
I francesi, che non si aspettavano una simil sorpresa, non ostante che vi fossero tutte le ragioni di crederla, e che moltissime persone del paese ne fossero informate, opposero alla Porta Romana, per dove entrarono gli aretini, pochissima resistenza, e si ritirarono in Fortezza.
Per onore degli aretini, ed anche del nostro popolo mi risparmierò di far parola di tutti gli eccessi di crudeltà, massacri, e saccheggi accaduti in questa città in tale occasione specialmente contro il ghetto degli ebrei, tredici dei quali furono barbaramente uccisi, ed i cadaveri di due bruciati in Piazza a piedi dell'albero della libertà, e contro tante altre persone, e loro famiglie, sospette di giacobinismo.
Doppo cinque giorni i francesi si arresero, e fatta capitolazione partirono da questa città, onde restituita in parte la bramata tranquillità il Palio del 2 luglio fu eseguito ad agosto dell'anno predetto, e riportò la vittoria la Contrada del Nicchio senza accidentalità, che meritino di essere registrate.