Vinse la Contrada della Civetta correndovi per fantino Leopoldo Bianchini detto il Piccolo Campanino nel cavallo storno di proprietà di Angiolo Cicali.
La detta Contrada rinnuovò il vestiario di moderna forma con bandiera nuova sotto il priore Bernardo Tolomei, che rivestiva la qualità di Priore del Magistrato, e di Deputato ai pubblici spettacoli.
Le Contrade ammesse alla Corsa erano: Istrice = Civetta = Drago = Oca = Montone = Onda = Giraffa = Lupa = Aquila = e Pantera.
La carriera non rimase tanto garosa, perché i partiti fatti dall'Oca, che si faceva sicuro il Palio con il fantino detto Pierino di Chiusi, e col cavallo del Guglielmi, impedì il contrasto dell'altre Contrade.
Dalla mossa scappò prima la Civetta e dietro il Drago, e Lupa, quindi l'Oca venne contrastata dall'Aquila e dal Montone, quando alla Fonte si attrupparono le Contrade Pantera, Istrice, Onda, e Giraffa.
Alla prima girata tutti sostennero sul cavallo, ma alla seconda il Gobbo che correva nel Drago cadde verso la Fonte, la Pantera cadde verso il Brachetti e la Giraffa andò in San Martino.
La Civetta si mantenne sempre prima inseguita dall'Oca, la quale non poteva in alcun modo passarla avanti per essere contrastata dalla Lupa, per cui rimase vittoriosa la Civetta.
La Giraffa fu supposto che andasse a San Martino per causa di una legnata riportata da uno spettatore ocajolo dalla parte interna dei colonnini, il quale dopo la carriera venne arrestato, ma nel giorno successivo fu rilasciato per mancanza di prove, talché terminò lo spettacolo con calma e niun inconveniente ebbe a dolersi.
I Deputati ai Pubblici Spettacoli erano, cav. Lorenzo Grottanelli e conte Bernardo Tolomei.
I Giudici della mossa furono conte Giovan Battista della Ciaja. e nobil Edoardo Lodoli.