In mezzo ad un concorso stragrande di persone, che sino da ieri l'altro gremivano le vie della nostra città, tanto da rendere impossibile il transito delle carrozze e dei veicoli, la tradizionale nostra festa riuscì splendidamente.
Primo a darne l'annunzio al mattino dall'alto della Torre del Mangia, fu il campanone coi suoi poderosi rintocchi.
Nel pomeriggio verso le 17 le contrade nei loro pittoreschi costumi fecero il giro della città; riunendosi più tardi in piazza del Duomo per attendere come il consueto i deliberati dei deputati della festa.
Alle 18, mentre il campanone suonava, principiò la sfilata delle diciassette contrade, ammirata da tutti e specialmente dai forestieri, una gran parte dei quali si sfogarono a ritrarne fotografie e a battere incessantemente le mani.
Il Palio fu corso abbastanza tardi.
Un urlo prolungato uscì dal mezzo della folla quando gettato giù il canapo, furono vedute la Tartuca e la Chiocciola scappare avanti unite e impegnar subito una furiosa lotta a suon di nerbate.
A S. Martino furono raggiunte dall'Aquila seguita dal Montone che alla sua volta poco dopo fu trapassato dalla Lupa.
Sembrava ad ogni tratto che quest'ultima dovesse divenire prima, ma l'Aquila riuscì a tenere sempre indietro il cavallo della Lupa, somministrandogli un sacco di nerbate nella testa e riportando così la vittoria.
Alla terza girata per la scesa di S.Martino, il fantino della Chiocciola sbalzò da cavallo, senza però farsi alcun male.
Non partecipò alla corsa la contrada della Torre, il cui cavallo, come sappiamo, si fece molto male per avere disgraziatamente battuto in un colonnino alla prova della mattina di mercoldì, quando appunto accadde la disgrazia del ragazzo Umberto Braconi.
Il fantino della vittoriosa contrada dell'Aquila, la quale da 26 anni non aveva vinto un Palio, cioè dal 16 Agosto 1880, appena sceso da cavallo, fu circondato dai carabinieri, i quali stentavano a difenderlo dalle forti strette e e dai calorosi abbracci degli aquilini che gridavano a squarciagola, al colmo della frenesia.
Il fantino si chiama Alfonso Menichetti, e fu questo che riportò la vittoria nella Pantera nel 2 Luglio 1904.
Tutte le altre contrade si associarono fraternamente alla grande gioia degli aquilini, che in mezzo allo sventolare di un'infinità di bandiere, preso possesso del Palio, fecero il giro della Piazza, passando per le vie Rinaldini, Ricasoli, Cavour, Città, Costa Larga e Casato si fermarono alla chiesa della contrada, dove venne cantato un Te Deum, in ringraziamento della vittoria ottenuta.
In piazza Postierla, nell'abitazione del capitano dell'Aquila, signor Silvio Griccili, convennero molte signore e signori, ai quali fu servito un rinfresco.
Giù a basso si riuniva una folla di gente, tra l'assordante rullo dei tamburi e il vocìo festoso dei contradaioli.
Quest'oggi la rappresentanza della contrada con il Palio e il fantino festosamente ha girato per la città accolta con la massima cordialità da tutte le contrade.
Il padrone del cavallo è il pizzicagnolo Adamo Mattii.
Stasera seguiterà la festa.