Dopo l'alterno avvicendarsi di buona e cattiva stagione che aveva in questi ultimi giorni tenuto in sospeso gli animi nel timore che la pioggia, come già nello scorso Agosto, turbasse con una inopportuna caduta il bello spettacolo del Palio, ieri fu una splendida giornata e permise che il vecchio, ma suggestivo sempre e bello spettacolo tradizionale venisse goduto e ammirato dal numerosisimo pubblico che era accorso nella nostra città.
Siena presentava ieri ai suoi ospiti, nella luce d'una magnifica giornata autunnale, un aspetto insolitamente e festivo. Le bandiere delle contrade sventolavano per tutte le vie, ad ogni crocicchio, ad ogni angolo, quasi a salutare con gioia gli illustri spettatori.
L'animazione in città, vivissima al mattino, andò maggiormente accentuandosi verso le prime ore del pomeriggio.
Tutta la popolazione delle nostre campagne insieme con gran numero di abitanti dei paesi vicini, affluivano alle porte con ogni mezzo di locomozione per andare poi a riversarsi nella piazza del Campo che verso le 16,30 affollata di un pubblico svariatissimo ed irrequieto, presentava un colpo d'occhio veramente stupendo.
Alle 17 i rintocchi del campanone, seguiti dallo sparo di un mortaretto, segnarono l'ingresso nella Piazza del corteo che sfilò ordinatissimo, suscitando generale ammirazione. Furono in special modo applauditi gli alfieri delle contrade Aquila e Drago per il gioco di bandiere che essi svolgevano con una eleganza e un'esattezza veramente ammirevoli.
Lo sfilamento del corteo durò circa 45 minuti, tutte le contrade si recarono quindi a prender posto nel loro palco riservato mentre il Palio, tolto dal carroccio, veniva issato sul Palco dei Giudici.
Un nuovo sparo di mortaretto indicante l'uscita dei cavalli per la corsa, dal cortile del Palazzo del Podestà, fu accolto da un istante di silenzio e di raccoglimento generale subito seguito dal consueto frastuono di grida, di frasi di motti indirizzate dai contradaioli alla propria rappresentanza, mentre tutti gli sguardi si concentravano sul piccolo gruppetto multicolore, lentamente avviantesi al canape dietro un drappello di agenti.
Vivissima era l'attesa per la riuscita della corsa poiché varie erano le contrade che si disponevano a disputarla con tutto l'accanimento possibile. I cavalli furono chiamati al canape nell'ordine seguente: Tartuca, Nicchio, Aquila, Selva, Drago, Onda, Montone, Torre, Giraffa e Bruco.
Appena data la mossa, con la consueta abilità dal mossiere dott. Meucci, il gruppo dei cavalli si slanciò sulla pista compattissimo. Soltanto il Bruco rimase fermo al canape, partendo poi con grande svantaggio. Ben presto però le posizioni si delinearono.
La Giraffa, che era scappata magnificamente, prese la testa del gruppo, seguita assai da vicino dal Nicchio e dalla Selva. Alla curva di S.Martino il cavallo del Drago, montato dal notissimo fantino Aldo Mantovani soprannominato Bubbolo, avendo curvato un po' troppo largo andò a urtare contro i materassi, mentre il fantino veniva sbalzato di sella. Poca cosa però, giacché Bubbolo, che non aveva abbandonate le redini, d'un salto rimontò sul cavallo e proseguì la corsa.
Di faccia al palco, delle contrade cadde il fantino della Selva. Esso si rialzò quasi subito e venne ricoverato entro il recinto, mentre il cavallo proseguiva scosso.
Frattanto in testa lottavano accanitamente la Giraffa, sempre prima incalzata dal Nicchio e dal Drago. La lotta specialmente fra i due primi, fu accanitissima e si risolse colla vittoria definitiva della Giraffa che giunse prima per una lunghezza, seguita nell'ordine dal Nicchio, dal Drago e dalla Tartuca.
La vittoria della Giraffa fu accolta da una vera esplosione di entusiasmo da parte di tutti i contradaioli. Una fiumana di gente circondò il fantino e il cavallo facendoli segno alle più calorose espansioni.
Dal palco dei giudici venne calato il Palio e quindi fra il rullo dei tamburi e lo sventolìo delle bandiere della Giraffa e di quelle delle Contrade alleate, la folla si diresse nella Giraffa.
La notizia della vittoria, subitamente portata nel popoloso quartiere della Giraffa suscitò un vero delirio d'entusiasmo. Da tutte le case, la popolazione si riversò nella via fra alte grida di giubilo.
La gioia popolare raggiunse poi il colmo, al giungere nella contrada della folla di popolani col cavallo e col fantino vincitori, recando il trofeo della vittoria.
I locali della Società della Giraffa rigurgitarono in breve di pubblico mentre veniva aperta la chiesa della Contrada posta in fondo a via dei Baroncelli, le cui campane subito suonarono in segno di festa.
Nei locali interni della Contrada incominciò quindi una distribuzione di rinfreschi agli intervenuti che in breve vi si affollarono in gran numero.
Gli onori di casa venivano fatti con squisita cortesia dai componenti il seggio sigg. avv. Antonio Terzi Priore, Nello Montesi, Camarlingo, Maestrini Lorenzo, segretario, Fornacelli Guido vice segretario, Corsini Alfredo, vicario e consigliere, Ugo Mantovani e Amleto Pellegrini.
I visitatori ammirarono a lungo l'artistico oratorio della Contrada la cui origine risale al 1600 e dove sono racchiuse pregevoli opere d'arte: fra questi un dipinto in tela rappresentante la sacra famiglia copiata dall'originale del Manetti (1600) da Cesare Maffei nel 1823 e che si trova sull'altare di sinistra; l'urna della Madonna ov'è contenuto un dipinto in tela (sedes sapientiae) raffigurante la Madonna, dipinto da Girolamo Del Pacchia; dei quadri ornanti le pareti, pregevolissime opere del 600 e un bellissimo quadro posto sull'altar maggiore, opera del 1800, rappresentante le anime del Purgatorio.
Fra i numerosi Palii vinti dalla Contrada fu ammirato quello ricordante la vittoria riportata dalla Giraffa nel 1887 alla presenza delle Loro Maestà Umberto I e Margherita di Savoia racchiuso in una artistica urna e vari altri palii straordinari. L'ultimo vinto dalla Giraffa fu nel 1907 col fantino Arturo Bocci soprannominato Rancani.
In mezzo alla più grande gioia dei giraffini venne celebrata una funzione di ringraziamento.
Il fantino Domenico Cerpi, nostro concittadino, venne fatto segno per tutta la sera alla più affettuosa attenzione dei contradaioli. E' questa la prima vittoria che il bravo giovane riporta nelle corse del Palio, vincendo così la disdetta che lo ha perseguitato in molte altre prove.
Nel rione della Giraffa venne quindi improvvisata una illuminazione a bracciali. Verso le 21 la festa fu rallegrata da un corpo musicale cittadino che vi si recò a prestare servizio fino ad ora avanzata. La festa si protrasse animatissima e senza essere turbata da alcun incidente fin oltre la mezzanotte.
Quest'oggi la comparsa della contrada col fantino il cavallo e il Palio, compie il consueto giro per la città in segno di festa e per rendere omaggio ai suoi protettori.