Ricerca e testi di Alberto Fiorini per la Contrada Priora della Civetta
Gli anni Trenta del XX secolo segnarono l'inizio della rinascita della Civetta dopo un lungo periodo di amarezze e delusioni. La vittoria del Palio di luglio del 1934, dopo 41 anni di astinenza, motivò un nucleo di ottimi dirigenti, che seppero dare alla Contrada, oltre che un nuovo oratorio ed una nuova sede, anche una serie di vittorie strepitose in Piazza nel periodo a cavallo della II Guerra Mondiale.
Le prove eliminatorie e la tratta del palio del 1934 dovettero essere rinviate al primo pomeriggio del 29 giugno, perché la pioggia, caduta abbondante durante la notte, aveva totalmente guastato la pista. La formazione delle batterie dei 18 cavalli dati in nota e l'inizio delle prove ebbero inizio circa le ore 15. Per la prima volta fu imposto ai barbareschi di presentarsi alla cerimonia indossando la montura di Piazza.
Il miglior cavallo di tutti toccò alla Civetta venivano poi quello del Drago, alla Giraffa e al Montone. Erano discreti quelli della Torre e della Selva; toccarono cattivi all'Onda, all'Oca, al Bruco, alla Chiocciola [S. Griccioli, "Palii: 16 agosto 1931 (cont.) –1937", AC Aq. 13/R].
Il tempo magnifico favorì la storica festa inquadrandola in uno sfarzo di luce e di colore, mettendo così in piena evidenza i suoi valori coreografici e determinando ondate di entusiasmo e di ammirazione accentuate dalla trepida attesa dei contradaioli, che avevano la maggiore probabilità di vittoria.
Fin dalla sera precedente erano giunte migliaia di persone anche con i treni popolari di Roma e Perugia: nelle ore del pomeriggio l’animazione nelle vie giunse al punto da impedire la circolazione delle vetture.
Sgombrata la pista, pochi minuti avanti le 18, la moltitudine immensa che gremiva la vasta conchiglia, i palchi, le ringhiere e le finestre del Campo, meraviglioso nella sua eterna armoniosa bellezza, acclamò a lungo in un travolgente trasporto di devozione a Casa Savoia il Re vittorioso e la di Lui Augusta Figlia, Principessa Maria, apparsi alle trifore del civico Palazzo, circondati dal seguito e dalle autorità cittadine (…).
Dopo lo svolgimento del corteo, effettuatosi in perfetto ordine e fra l’entusiasmo generale, e dopo la sbandierata collettiva dei 17 alfieri dinanzi al Palazzo Comunale, uscirono dalla Corte del Podestà i 10 fantini per recarsi alla mossa. Fra i due canapi furono chiamati nell'ordine seguente: 1 Drago, 2 Giraffa, 3 Chiocciola, 4 Oca, 5 Bruco, 6 Selva, 7 Civetta, 8 Onda, 9 Valdimontone, 10 Torre.
La mossa fu un poco sollecita in quanto Montone e Torre erano appena entrati; ma questo fu colpa loro e non del mossiere, come in seguito si volle dire. Essi entrarono fra i canapi uniti e quasi di passo, onde il mossiere appena furono entrati, ad evitare disgrazie, dette la mossa. Prima a partire con scatto fulmineo fu la Civetta, che – data la superiorità del cavallo – tale si mantenne indisturbata per tutta la corsa, ed a piccolo galoppo arrivò alla vincita prima di sei o sette colonnini.
La gara mancata per il primo posto si ebbe invece animata nel gruppo dei secondi. Il Drago, con un cavallo che giustamente poteva aspirare al palio, entrato primo fu costretto dalla Giraffa a partire fra gli ultimi, quindi preso sotto il nerbo della Chiocciola poteva a S. Martino solo voltare 3°, mentre 2a voltava la Giraffa. Liberatosi dal nerbo della Chiocciola passava nuovamente sotto quello della Giraffa e solo al principio del 3° giro passava secondo, ma ormai era tardi: la vittoria della Civetta era decisa.... Dietro a queste due erano Montone, Torre e Selva, che si scambiarono non poche nerbate, specialmente fra Torre e Montone. A S. Martino al 3° giro la Torre passava 3a, ed alla vincita arrivava affiancata al Drago. L'Oca, chiamata al canape fra Chiocciola e Bruco, veniva stretta fra queste due e partì fra gli ultimi, ed appena partita fu presa sotto il nerbo del Bruco, che giunti al Casato al primo giro lo strinse contro i palchi, facendo così cadere il fantino, ed il cavallo scosso si fermò. Alla vincita arrivarono: 1 Civetta, 2 Drago, 3 Torre, 4 Giraffa, 5 Montone, 6 Selva, 7 Onda, 8 Bruco, 9 Chiocciola.
Quasi tutte le Contrade salutarono con gioia la vittoria della Civetta. Il tanto desiderato palio fu portato a Provenzano e quindi nella Chiesa di S. Cristoforo, sede della Civetta, dove venne cantato il solenne “Te Deum”.
Nel rione della Civetta regnò fino a tarda ora una vivace allegria, alla quale contribuirono non poco gli appartenenti alle Contrade amiche ed alleate della Civetta [S. Griccioli, op. cit.].
Stando ai ricordi dei vecchi contradaioli della Civetta, quando il drappellone fu portato in Provenzano, nessuno, tra essi, sapeva il "Maria Mater Gratiae", perché erano ben quarantuno anni che la Contrada non riusciva a vincere un palio. La Civetta non aveva neppure una chiesa per accogliere le consorelle negli annuali giri di onoranze. I civettini si affidarono perciò alle robuste voci dei figuranti delle Contrade alleate ed amiche, mentre loro continuavano a piangere ed abbracciarsi.
In questi ricordi rivivono anche un favoloso rinfresco nel chiostro di S. Cristoforo, con tanta gente in casa dei Traballesi – che avevano il figlio Sandro militare a Trapani, arrestato perché sospettato di spionaggio, avendo ricevuto un telegramma con queste parole: "Civetta prima stop torna subito" – e con tanto gelato bianco, rosso e nero; una generosissima distribuzione di vino sulle scale della chiesa di S. Cristoforo, specialmente ad uso e consumo degli abituali clienti di Porsenna (famoso vinaio); un susseguirsi di splendidi fuochi artificiali, sparati dall’angolo attiguo alla stesso chiesa, già meta finale delle serate dei clienti suddetti.
Il giorno seguente la comparsa della Contrada Priora della Civetta fece il tradizionale giro della città, portando in trionfo il drappellone appena conquistato dopo quarantuno anni. Il giovane fantino Corrado Meloni detto Meloncino (figlio dell’affermato e plurivittorioso fantino Angelo Meloni d. Picino) distribuì alla cittadinanza un sonetto firmato "Brume".
La vittoria del 2 luglio fu solennemente festeggiata dalla Contrada della Civetta la sera del 9 settembre 1934.