Palio dell'Assunta
di domenica, 16 agosto 1964

L'incredibile finale di questo Palio ha il suo prologo con due episodi avvenuti nei giorni delle prove. L'Oca decide di affidarsi al promettente Peppinello, il quale, però, dopo la prima prova riesce ad eludere la sorveglianza ocaiola eclissandosi sotto la protezione dei torraioli con cui si era accordato.

In Fontebranda arriva Bozzolo, il disappunto è notevole ma tutto scorre liscio fino alla Provaccia. Il fantino della Chiocciola, Vincenzo Graziano detto "Solitario", cade da Danubio infortunandosi seriamente, a poche ore dal Palio la Contrada di San Marco è senza monta. I dirigenti chiocciolini cercano il giovane Pel di Carota che però è irreperibile, l'unica strada è chiedere Peppinello alla Torre che acconsente.

La segnatura dei fantini si tiene con notevole ritardo, gli ocaioli non l'hanno perdonata a Peppinello che viene esentato a partecipare al Corteo storico per motivi di ordine pubblico.

Si arriva al Palio in un clima tesissimo, favorite Istrice, Onda, Bruco e Leocorno in cui si rivede Vittorino reduce dalla squalifica.

Dalla mossa esce prima la Torre, nonostante l'Oca di rincorsa, quando il gruppo è all'altezza di Fonte Gaia, nei pressi dei palchi, un figurante dell'Oca sferra un calcio verso Peppinello che sbilanciatesi cade poco più avanti.

A San Martino la Torre è ancora prima seguita dall'Istrice, dalla Civetta, dall'Onda e dal Bruco, Tristezza e Giove cadono, mentre Aceto riesce a rimanere in groppa a Topolone.

Al secondo San Martino ci sono sempre in testa Rondone e Daria, dietro l'Istrice, la Selva e Danubio scosso in grande rimonta, il Leocorno risalito in terza posizione non riesce a girare e per Vittorino il Palio finisce.

Sembra fatta per la Torre, ma la beffa è dietro l'angolo, la rimonta di Danubio è inarrestabile e si concretizza al terzo Casato, con Rondone nettamente sorpreso. È Chiocciola, ma a fine corsa si diffonde la voce che Danubio non ha corso i tre giri, la prova fotografica fuga però ogni dubbio gettando nello sconforto i torraioli, beffati da una serie di coincidenze incredibili.

Nell'Oca grande festa per il figurante che con la sua scorrettezza ha favorito il "destino".

Peppinello pur avendo vinto i due Palii del 1964 non può presenziare alle Cene della Vittoria per timore di ripercussioni ocaiole.

Nel Palio dell'agosto 1964 Vittorino, non correndo il Nicchio, contrada alla quale era legato, era disponibile sulla Piazza e sembrava dovesse andare nel Leocorno. Vittorino però non era molto convinto e attese un paio di prove prima di prendere una decisione.

Di questa situazione cercò allora di approfittare Ugo Signorini, capitano dell'Oca, che dopo aver dato un appuntamento, naturalmente segretissimo al fantino, gli offrì la bellezza di sei milioni soltanto per disputare una prova con il giubbetto dell'Oca e dimostrare quindi che in Fontebranda potevano montare anche il fantino ufficiale del Nicchio.

A questo punto le versioni sono diverse; Vittorino, infatti, racconta di aver rinunciato per l'amicizia verso il Cioni e di aver risposto: «Sor Ugo, non so' allenato» suscitando l'ilarità e l'ammirazione degli stessi ocaioli, mentre da parte di alcuni dirigenti nicchiaioli si parla di un pedinamento che avrebbe bloccato la manovra e addirittura di un paio di schiaffi che sarebbero volati alle Logge del Papa dopo l'appuntamento con Signorini. Resta il fatto che Vittorino andò nel Leocorno e, a causa dell'incidente già raccontato, non ci fu più la possibilità da parte degli avversari del Nicchio di «tentare la sua virtù».

Parte prontissima la Torre. Al primo S. Martino la Torre è ancora in testa seguita da Istrice, Civetta, Onda e Bruco. Cadono Civetta, Onda e Chiocciola.

Al secondo S.Martìno sfilano Torre, Istrice, Selva, Chiocciola e Bruco, mentre il Leocorno non gira e va dritto al Chiasso Largo.

Al secondo Casato posizioni invariate, con la Chiocciola in forte rimonta. Il recupero di Danubio scosso è eccezionale: al terzo S.Martino è già secondo e all'ultimo Casato Rondone non riesce a impedire la potente progressione del grigio di S.Marco.

Si infrangono i sogni di Salicotto e Danubio per la Chiocciola va a vincere il Palio.

Cambia ancora il Mossiere ma per poco. Alla prima prova sale sul Verrocchio Enrico Giovannoni, ma per il Palio il Comune riaffiderà l'incarico alla guardia municipale Pesciatini.

Alla seconda prova Danubio rifiuta la curva e il Solitario cade a S. Martino. La svolta del Palio dell'Assunta è nella provaccia: cade e si infortuna il Solitario, la Chiocciola ricorre a Peppinello vincitore di luglio che aveva corso la prima prova nell'Oca e che poi aveva lasciato suscitando molte polemiche. Il cambio della monta è determinante per il Palio.

Peppinello è esentato dalla Passeggiata Storica per la situazione che si era creata.

La seconda mossa data nel Palio da Pesciatini è buona anche se c'è il cambio di posto del Bruco e il Leocorno è impreparato. L'Oca entra di rincorsa e la Torre va via in testa.

Al passaggio alla Fonte si nota una delle più clamorose scorrettezze della storia del Palio: il barbaresco dell'Oca sferra un calcio al passaggio di Peppinello. L'azione in un primo momento passerà inosservata, poi il Comune, su denuncia della Chiocciola, assumerà il provvedimento di squalifica per 4 Palii al Barbaresco stesso. E' la prima ed unica volta che il Comune prende provvedimenti disciplinari dopo l'esposto di una Contrada (la Chiocciola).

A S. Martino in testa c'è la Torre, poi Istrice, Civetta, Onda, Bruco, Selva, Leocorno. Cade rovinosamente la Civetta, poi l'Onda, c'è il miracoloso equilibrio di Aceto, mentre Dubba si rialza con l'anteriore destro fratturato; sarà abbattuta poco dopo. Cade anche la Chiocciola, Danubio è in quinta posizione.

In testa ancora la Torre fino al secondo S. Martino con le stesse posizioni: Torre, Istrice, Selva, Danubio e Bruco, mentre il Leocorno che era terzo al Casato è andato a dritto al Chiasso Largo.

Al secondo Casato ancora la Torre, poi Istrice, Selva, Danubio in rimonta e Bruco. Il recupero di Danubio è eccezionale, mentre Rondone ha un equilibrio incerto la Chiocciola è seconda, seguono Istrice e Selva.

Al terzo Casato Rondone non riesce ad impedire la progressione del grigio di San Marco, lungamente sospettato, nel dopo corsa, addirittura di aver compiuto un giro in meno. S'infrangono qui i sogni di Salicotto per una svolta del futuro del Palio. Per la Chiocciola il ritorno al successo, in maniera un po' imprevista, dopo sette anni e dopo i due mancati successi con Uberta.