Quando il rotellino comunale scoprì - durante la presentazione - il drappellone del luglio 1982, tra tutti coloro che attraverso la "lettura" del Cencio amano trarre premonizioni, fu spontaneo pensare al Palio della Torre: il Cencio dipinto da Cesare Olmastroni infatti raffigurava Giuseppe Garibaldi e per Siena fu immediato pensarlo circondato dalle "camicie rosse".
Il semplice pensiero divenne certezza, quando il Sindaco Barni, consegnò al popolo della Torre il miglior cavallo del momento: Rimini.
Infatti tolto Urbino de Ozieri, che seppur presente alle batterie venne nuovamente scartato per manifesta superiorità, era il baio di Adù Muzzi a godere dei favori generali. Oltretutto l'eliminazione di Urbino non danneggiò gli umori contradaioli, dato che le scelte dei Capitani previlegiarono i migliori cavalli: su tutti il "vecchio" Panezio e il compagno di stalla Rimini a rivestire il ruolo di prime scelte e tra i soggetti interessanti ma "difficili": Valsandro, Baiardo, Uana e Kamasutra. Il lotto dei dieci viene poi completato con Bellino, Tessera e da due esordienti: Cinzano III e Cuana.
L'assegnazione è rapida: Uana de Lechereo, soggetto potente e macchinoso, vincitore nell'agosto 1980 per il Leocorno va in sorte proprio alla rivale Civetta; la promessa Baiardo, forte ma nervoso e irrequieto, viene assegnato alla Tartuca; l'esordiente Cinzano al Drago; Bellino per la seconda volta consecutiva tocca all'Istrice.
Panezio, il primo dei Big, torna per la terza volta nel vicolo delle Carrozze confermando il magico momento dei selvaioli; l'esperta e modesta Tessera tocca all'Aquila; per setttimo viene assegnato Valsandro e la seconda Contrada a gioire è l'Onda; la giovane Cuana, esordiente ma con le carte in regola (è figlia di Uana de Lechereo), va nei Servi.
Alla fine rimangono solo due soggetti: Kamasutra viene assegnata alla Lupa, e il popolo di Salicotto, grazie a Rimini, esplode in una irrefrenabile esultanza che coinvolge tutta la Piazza.
Capitan Franchi non contento, nel giro di un ora, scende nel proprio rione con Bastiano, formando una accoppiata micidiale.
Ma le altre non stanno a guardare e fin dalla prima prova oltre alla Torre, quattro Contrade confermano la scelta finale: l'Onda con Sebastiano Deledda, il Drago con Antonello Casula mentre Montone e Istrice con gli esordienti Beppino Pes e Walter Moretti.
La Selva in attesa di ricostituire l'accoppiata vincente del 1974 con Andrea Degortes, monta a sorpresa il proprio barbaresco.
Ma i giochi definitivi si delineano alla terza prova con Mariolino Vigni (cugino di Bastiano) nell'Aquila, Salvatore Ladu nella Lupa e Sua Maestà Aceto in Vallepiatta.
A riprova di come questo Palio non sia dei più tranquilli, la mattina della seconda prova una mossa errata di Ulrico Ricci provoca forti reazioni da parte dei tartuchini, mentre la sera stessa durante lo svolgimento della corsa, Uana de Lechereo e Baiardo si infortunano in modo non grave ma tale da non correre fino al giorno del Palio.
E' il 2 luglio, quando tutti i giochi sono conclusi e i senesi attendono con predestinazione la vittoria della Torre, accade l'impoderabile: è quasi mezzogiorno e una notizia riporta l'infortunio occorso a Rimini nella stalla, dopo la provaccia.
La "bomba" si sparge a macchia d'olio per tutta la città. Ovunque si parla di questo evento, unico nella storia del Palio. Si cerca una conferma alle chiacchere, poichè un fatto del genere stravolgerebbe completamente gli intrighi palieschi.
Quando la notizia viene ufficializzata dal Priore della Torre, nove rioni tornano a sperare... il decimo vive nel dramma più completo. Ma inesorabilmente la festa continua a dispetto della disperazione del rione di Salicotto.
Rispettando l'orario le nove Contrade escono dall'Entrone avviandosi ai canapi. Ulrico Ricci le chiama rispettivamente nel seguente ordine: l'Istrice, Aquila, Lupa, Onda, Tartuca, Civetta, Drago, Montone e di rincorsa la Selva.
Ci vogliono ben quattro mosse invalidate prima di ottenere la mossa "buona". Essenzialmente l'agitazione tra i canapi è determinata prima da Camillo, che preferisce gli ammonimenti del mossiere pur di cercare la prima posizione allo steccato, poi dalla Selva che si lamenta più volte di non avere il posto necessario per entrare.
Quando Aceto entra la Tartuca è sempre allo steccato. Parte primo netto il Montone, seguito dalla Tartuca e dalla Selva che approfitta come sempre dell'ottimo rush iniziale di Panezio. Dietro a questi si fa largo la Civetta, seguita da Istrice, Drago, Aquila, Lupa e Onda.
A San Martino il Montone è sempre primo seguito da Tartuca e Selva. All'inizio del Casato Drago e Civetta recuperano sulla Selva, ma Aceto si allarga e "taglia" molto bene la curva girando in seconda posizione a ridosso del Montone. Dietro seguono in fila Tartuca, Civetta, Drago, Aquila, Onda, Istrice e Lupa.
Al secondo San Martino la Selva tenta un disperato attacco, si getta all'interno e Panezio sembra quasi in grado di superare la cavallina del Montone. Ma Beppino Pes stringe la strada alla Selva chiudendo molto bene la traiettoria.
Al Casato il Montone è sempre primo. Panezio cede di schianto la seconda posizione alla Tartuca che rinviene fortissima. Ma nelle retrovie cambia ancora qualcosa, con l'Onda e il Drago che dopo una bella rimonta si portano a ridosso dei primi.
Mentre la vittoria del Montone si sta delineando e i primi contradaioli sono già sotto il Palco dei Capitani, si delinea l'ultima lotta: Camillo torna in seconda posizione prima della Cappella per essere di nuovo affiancato davanti al palco delle Comparse dal Drago e dall'Onda.
Di fronte a loro due giovani esordienti tagliano il traguardo, con piena sicurezza. Il terzo "novizio" di questa Carriera è sul Palco dei Giudici, si chiama Anna Maria Befani ed è il Capitano del Valdimontone.
E' stato un Palio bellissimo, al di fuori di qualsiasi previsione, nel quale Beppino Pes dopo essere schizzato via come un fulmine dalla mossa e aver condotto una corsa di testa fino alla fine con l'autorevolezza di un veterano si conquista di diritto un posto nella storia del Palio.