La carriera del 3 luglio 1983 sarà ricordata per sempre come "Il Palio delle quattordici mosse", un'incredibile alternanza di invalidamenti che porterà al rinvio della corsa al giorno seguente e a un sostanziale cambiamento degli intrighi palieschi.
La Tratta aveva assegnato i migliori cavalli al Nicchio, Leocorno e Aquila, con le giovani promesse Baiardo, Benito e Balente. In seconda battuta la sorte aggiudica alla Giraffa e al Bruco i "vecchi" esperti della Piazza, Panezio e Ascaro. Ma anche la Chiocciola con Chicco, l'Onda con Borela e la Pantera con Bambola, nutrono delle speranze. Completano il lotto dei prescelti Cerva de Torralba e Canapino, di minor spessore tecnico, e vengono assegnati nell'ordine alla Selva e alla Lupa.
La sera della prima prova è caratterizzata dall'assenza dei tre "big": Aceto, Bastiano e Pes. Le altre presentano invece le scelte definitive: Pantera con Migheli, Nicchio con il giovane Ricciolino, Chiocciola con Bazzino, Giraffa con Antonello Casula, Onda con Coluccio, Selva con Sebastiano Deledda e Lupa con Francesco Congiu.
Nell'Aquila corre Claudio Milanesi, nel Leocorno Gesualdo Bersaglia e Scardino, il Re di Pian delle Fornaci, nel Bruco.
La mattina seguente il valzer delle monte si chiude definitivamente con Beppino Pes nel Bruco. Bastiano in Pantaneto e Aceto che torna per la terza volta (con due vittorie all'attivo) nell'Aquila.
Le prove si svolgono con regolarità, salvo la terza che vede, nella sorpresa generale, l'Onda montare Mauro Matteucci detto Marasma, ma si tratta solo di un fuoco di paglia e il bravo Nuvola riconquista ben presto il suo posto.
Si giunge al giorno fatidico. Sul verrocchio si presenta ancora Ulrico Ricci. Tra i canapi vengono chiamati nell'ordine: Nicchio, Giraffa, Pantera, Selva, Chiocciola, Lupa, Aquila, Leocorno, Bruco e di rincorsa l'Onda.
Subito dopo l'ingresso delle Contrade appare evidente la difficoltà di una mossa rapida: il Bruco al nono posto forza continuamente la mossa nella speranza che l'Onda di rincorsa lo segua. Ma Coluccio è intenzionato a sfruttare la mossa nel migliore dei modi e non abbocca al gioco del Pes.
Con il passare dei minuti Baiardo s'innervosisce sempre di più creando subbuglio nella parte bassa della mossa. Nicchio, Giraffa, Pantera e Selva, pur rispettando l'ordine, si pigiano in continuazione.
Gli altri cavalli stanno fermi, in particolare al centro della pista Chiocciola, Lupa e Aquila hanno lo spazio che desiderano, mentre il Leocorno sosta dietro di loro.
Il nervosismo dilaga quando dopo oltre mezz'ora si sono già verificate cinque mosse invalidate. Il mortaretto fa sentire la sua voce che diventerà monotonia in un susseguirsi di segnali che indicano il tutto da rifare.
Non appena l'ordine di entrata viene ristabilito il Pes lancia ancora Ascaro dentro ai canapi, l'Onda non lo segue e Beppino rotola per terra. Nello stesso momento Baiardo completa lo show personale che dura fin dall'inizio: sorprendendo lo stesso fantino, passa deciso al di sotto dei canapi lasciando sgomento Ricciolino sul tufo.
Il barbero del Nicchio è nervoso e irrequieto, il proprio fantino non è riuscito a creare con lui un feeling, non riesce a tranquillizzarlo. Si è creata una miscela esplosiva tra cavallo e fantino esordienti. E Baiardo con l'ultimo show ha ormai trovato una facile via fuga che ripeterà più volte.
A questo punto non si riesce a trovare la soluzione: Baiardo è senza controllo e l'Onda non si decide ad entrare. Anche il Sindaco Barni scende a parlare con il mossiere.
Per la dodicesima volta le Contrade vengono richiamate tra i canapi e il risultato è lo stesso: il Bruco forza e tuona ancora la voce del mortaretto ad invalidare tutto. E' quasi buio, Baiardo continua ad abbassare la testa per cercare la scappatoia il caos è generale.
Al culmine della giornata Bazzino cade duramente sul tufo dopo aver incocciato nel canape. Mentre il fantino viene portato via, i contradaioli della Chiocciola prospettano l'esclusione dei propri colori dal Palio, contestano vivamente l'arbitrato del mossiere e poco dopo tolgono lo steccato di Piazza nei pressi della mossa ed entrano nella pista.
Tutto questo aumenta il caos rendendolo generale dopo poco viene appesa la bandiera verde. Si torna tutti nelle proprie Contrade, del Palio se ne riparla il giorno dopo.
Il 3 luglio si rientra tra i canapi con lo stesso ordine di mossa e subito si ha la sensazione che qualcosa durante la notte deve essere successo perché la mossa appare subito possibile. Nonostante tutto ci vogliono ancora due ingressi invalidati.
Un attimo prima della mossa buona la situazione presenta: Nicchio, Giraffa, Pantera, Selva e Chiocciola perfettamente allineate, la Lupa e l'Aquila sono alte ma mantengono la posizione, mentre il Leocorno si trova dietro a queste due.
Quando il Bruco entra sparato tra i canapi, l'Onda lo segue subito e Ricci abbassa i canapi. Partono benissimo e molto forte proprio queste due, seguite dalla Chiocciola a centro pista e dallo steccato Leocorno e Giraffa.
A San Martino entra per prima l'Onda ma si allarga troppo e viene infilata dall'interno da Bastiano. Lo seguono Bruco, Giraffa, Nicchio e Chiocciola.
Subito dietro seguono la Pantera, che si mette a parare l'Aquila e la Selva. Quest'ultima entra bassa e batte nel colonnino rovinando addosso alla Pantera. Più avanti cade anche Ricciolino sbilanciatosi eccessivamente.
Al Casato il Leocorno è sempre primo sul Bruco. L'Onda gira male e perde la posizione. Subito dietro segue la Chiocciola che supera la Giraffa.
Al secondo passaggio a San Martino Bastiano barcolla su Benito onde evitare il colonnino. Resta primo ma è tallonato dal Bruco e più indietro da Giraffa e Chiocciola.
Ma al Casato Silvano Vigni non riesce a evitare l'impatto con il fatidico colonnino e cade. Ma Benito liberatosi dal peso del fantino continua la sua corsa.
Il Bruco riesce però a prendere la testa della corsa seguito dallo scosso e dalla Giraffa che rinviene fortissima.
L'ultimo San Martino vede ancora il Bruco in prima posizione tallonato da Benito III e la Giraffa. Il Pes fino a questo momento è riuscito a tagliare la strada allo scosso che continua ostinato la ricerca del primo posto.
Al Casato gira ancora primo il Bruco seguito da Benito e la Giraffa. Beppino Pes assapora già il sapore della vittoria, con lui molti contradaioli del Bruco che scendono in pista.
Ma l'inevitabile destino che assegna al rione di Barbicone una sfortuna nera si fa vedere ancora: il Bruco è a poco meno di venti metri dal bandierino, dietro di lui Benito ha uno scatto imperioso, incredibile, quasi innaturale, con il quale riesce a superare Ascaro e il Pes e si aggiudica questo interminabile, drammatico ma appassionante come non mai Palio di luglio del 1983.
Il dopo-corsa è drammatico, il Pes alza il nerbo in segno di vittoria e i brucaioli che hanno seguito il Palio dalla Piazza accorrono festanti e increduli a raccogliere il drappellone. Ma alcuni di questi che hanno visto da vicino la conclusione della corsa, con la morte nel cuore convincono gli altri a tornare in Contrada.
Non c'è fortuna per questa inarrestabile e focosa Contrada, c'è invece per il Leocorno che ha tutto il diritto di gridare a piena voce la gioia alla città intera.