1291 novembre l
ASS, ms. D 55: T. Mocenni, "Croniche senesi d'autore ignoto", cc. 58-59 (copia del 1723 di una cronaca di autore anonimo del sec. XIV, a quel tempo conservata in casa Piccolomini Griffoli);
ASS, ms. D 107: G. Macchi, "Memorie", c. 401
Nel 1291 si svolse un cruento gioco dell'elmora in cui i Terzi di San Martino e Camollia uniti si batterono contro il Terzo di Città. La battaglia degenerò al punto che vi furono dieci morti e dovette intervenire il podestà con i suoi armati per riportare la pace. Pertanto a partire da quell'anno si proibì, per motivi di ordine pubblico, il gioco dell'elmora che prevedeva l'uso di sassi e pertiche, e si permise solo il gioco delle pugna, ritenuto meno pericoloso.
[Mocenni] E al tempo del detto pottestà [Pino da Cremona] el Terzo di Sancto Martino e lo Terzo di Chamolia feceno con bataglia col Terzo di Città e ischacioro tutti quegli di Città per infino al chiasso de l'Elmora; et ine quegli di Città si fortificoro ed ebero socorso per lo Chasatto e di piazza Manetti e di chasa Scotti e Fortteghuerra; e ine si comincò a menare le mani colle pugnia teribillemente, e dalle pugnia venero poi a' sasi e doppo e sasi venero poi a l'arme e fuvi morti di buoni e gentiliuomini per nisuno modo non valeva el gridare.
E in questo fu tantta la gientte che trasse co' l'arme che si sarebbe fatto in quel dì uno grande micidio, se non fusse la prudenzia di misere Pino pottestà ch'uscì fuori e la sua gientte armata, e comincò col bastone e altre minacce a spartire e misesi infra loro per modo che quegli di Sancto Martino e di Chamolia furo chacatti da l'Elmora e mandatti a chassa loro; ma inanzi che lla cossa avesse fine vi fu molti de' feritti e anco più di X de' mortti.
E questo fu lo prencipio che da poi si comincò a giochare alle pugnia per levar via la bataglia de sasi e delle pertiche per meno schandollo, che in quello dì fu per mutarsi lo statto, tantto era la gientte rischaldatta ne l'arme.