“Il 20 ottobre 1632 fu corsa una bufalata per festeggiare la presenza del Granduca Ferdinando II dei Medici a cui parteciparono la Lupa, l’Oca, la Torre, il Nicchio, la Tartuca e l'Onda e vinse il Nicchio." Questa festa, organizzata dal governatore Mattias, fratello del Granduca, attivo sostenitore delle corse con le bufale, è documentata da una serie di incisioni di Bernardino Capitelli che illustrano una panoramica della piazza durante la sfilata e i carri allegorici presentati dalle sei contrade partecipanti. È confermata anche dalle delibere della Balìa riguardante l'organizzazione della festa: "[...] il Ser.mo Gran Duca sia per venire a Siena doppo la Madonna di settembre, e che perciò sia per desiderare si faccia una bufalata [...]" e detterono anche le norme per lo svolgimento. Queste sono sostanzialmente analoghe a quelle del 1612 che risulteranno consolidate fino al 1650, quando si svolse l'ultima di queste feste.
Nel libro delle deliberazioni della nobile contrada dell'Oca, alla data del settembre 1632, è riportata la delibera di aderire all'invito della Balìa per la partecipazione alla festa e successivamente la descrizione della loro splendida comparsa che ottenne il premio. La stessa fonte alla data del 27 luglio riporta la decisione della contrada di "non intervenire ad una bufalata fatta correre dai Signori di Balìa per invito del Principe". Non avendo trovato conferma di ciò, si può ipotizzare che l'Oca ritornò sulla decisione su sollecitazione del Principe, come fece successivamente in diverse occasioni.
Inspiegabilmente questa bufalata non è ricordata dal Gagliardi e dal Bandiera, mentre il Rossi e il Comucci colmano l’omissione.
Una notizia che riguarda questa bufalata si trova nell’archivio arcivescovile: "A dì 2 di novembre 1632 martedì, Martio di Uranio d'anni 24 essendo caduto fino il dì 15 agosto prossimo passato in occasione del corso del palio con le bufale; et andato allo spedale si risanò alquanto stando così mezzo convalescente, il dì primo detto nelle quattro hore di notte gli venne un accidente; fù domandato il Curato quale subbito senza perder tempo alcuno andato, lo trovò morto; riferirno quelli di casa che l’ultimo d'ottobre prossimo passato s'era confessato e comunicato. Fu sepolto il suo corpo nella chiesa di S. Giovannino essendogli fatta la carità di ogni cosa. Abitava al Laterino." Come si vede l’estensore della scrittura evidentemente equivocò la data di svolgimento della bufalata.
L’elencazione delle bufalate effettuate e le informazioni fino ad ora conosciute sui palii corsi con i cavalli prima del 1658, ci inducono a ipotizzare che dal 1632 un palio con le contrade fu effettuato ogni anno, alternandosi quello con le bufale con quello con i cavalli, infatti la Balìa per l’organizzazione della festa in onore dei Granduchi in visita, talvolta si domandava quale potesse essere quella a loro più gradita. La seguente sequenza sembra avallare l’ipotesi: 1632 bufale, 1633 cavalli, 1634, 1635 bufale, 1636 cavalli, 1637, 1638, 1639, 1640 bufale, 1641, 1642[?] cavalli, dal 1643 al 1650 bufale e cavalli. Questa ipotesi è sintomo di un graduale gradimento del palio alla tonda in piazza con i cavalli e le contrade.