Fu questo l'anno del secondo "cappotto" della Contrada della Civetta, che già aveva vinto entrambi i Palii corsi nel medesimo anno nel 1761. Il successo nella corsa di Provenzano del 1778 fu merito del fantino Mattia Mancini detto Bastiancino, che approfittò della lotta tra il fantino dell'Oca e quello del Drago.
Questo Palio lo doveva vincere l'Oca, che ci correva Batticulo, se Luigi Sucini, che correva nel Drago, non avesse tenuto Batticulo all'ultima girata alla voltata del Casato. Fu a questo punto che Bastiancino si fece sotto ai due, e in faccia a casa Cerretani li passò entrambi, andando a vincere il Palio.
La Contrada della Civetta conserva la metà superiore del drappellone dipinto dal pittore Pietro Fraticelli. Vi si vedono il busto della Madonna di Provenzano e mezzo stemma del Nobile Deputato Giovan Battista Pannellini (o Pannilini). Nella parte andata perduta c'erano le armi degli altri due Signori della Festa, e cioè gli stemmi di Luzio Borghesi e di Giuseppe Bargagli. Questa Carriera venne indetta dai tre Deputati nominati il 6 giugno 1778.
Per la prima volta dopo 118 anni, per l'interramento della pista, non furono precettati i Camarlenghi dei Terzi extramoenia. Tale obbligo riguardante i Comunelli delle Masse era stato abolito, insieme ad altre "corvées", con decreto leopoldino del 28 ottobre 1777. Il compito di mettere il tufo in Piazza venne assunto direttamente dalla Biccherna, che utilizzò anche una macchina a forma di tinello per innaffiare la pista. La tratta fu eseguita in Piazza del Campo secondo la procedura consueta.
Il Palio fu regolarmente corso il 2 luglio. Ecco il processo verbale redatto dal cancelliere di Biccherna ["Processi dei Palj dal 1770 al 1792", ACS 687-381. Atti del Palio del 2 luglio 1778]:
Adi 2 Luglio 1778.
L'Ill.mi Sig.ri Giudici Sopra le Mosse essendosi trasferiti nel Prato di S.Agostino a forma del Biglietto statoli trasmesso, e messe in ordinanza le Contrade a forma della nota statale mandata, e prima fatto procedere il Palio assieme con i Trombi, e dietro al med.mo le dieci Contrade poste ai suoi Luoghi, e giunti alla bocca del Casato si fermarono; ed intanto fatto introdurre il Palio nella Pubblica Piazza, avendo di già presa l'opportuna permissione dai Sig.ri Giudici Sopra l'Arrivo, e fatta la consueta girata per la Piazza, fu posto, ed appeso al luogo del Palco. Dopoi fatte introdurre le Contrade con le loro Insegne, fu ordinato al pubblico Banditore, che pubblicasse il consueto Bando per tutti i luoghi della Piazza, e fatto il giro dalle Contrade con le loro Insegne, fu ordinato lo Sparo del Mortaretto per la ritirata, e venuti i Cavalli al Canape con le loro divise, e posti ai suoi luoghi toccatili in sorte, e dato il Segno colla Tromba, e calato contemporaneam.e il Canape, si partirono le dieci Contrade dalla Mossa, e fatte le tre solite girate per la d.a Piazza, il primo a passare il Palco dei Sig.ri Giudici dell'Arrivo fu il Cavallo della Contrada della Civetta, posto sotto n° 4. Ed essendo stata fatta dalli Sig.ri Giudici Sopra le Mosse la relazione ai Sig.ri Giudici dell'Arrivo di essere stata buona e leggittima Mossa, fu ordinato dalli Sig.ri Giudici dell'Arrivo che si consegnasse il Palio, e Drappellone con il Baccile al Cap.no di d.a Contrada, e così dissero, pronunziarono, in ogni. E scesi i Sig.ri Giudici dal Palco fu posto fine alla Festa.
Latt.o Balestri Canc.re.
Il premio della corsa fu pagato al capitano Giuseppe Dinelli ed al camarlengo della Civetta Niccolò Marescotti.
Parte del denaro incassato, e cioè ben 35 Tolleri (l'equivalente di 5 fiorini), furono versati al parroco della Chiesa di S. Pietro alle Scale in Banchi in base ad un accordo sottoscritto il 16 giugno 1773 tra il curato don Giuseppe Ciolfi ed i Deputati della Contrada cav. Fabio Accarigi e cav. Alessandro Sansedoni per dare effetto ad una disposizione testamentaria del contradaiolo Galgano Perpignani, pittore e civettino, deceduto in Bologna nel 1771. Nei primi due capitoli del concordato era stato fissato che alla Contrada dovessero essere corrisposti la quota di un fondo speciale per la partecipazione alle Carriere di luglio, una dote annuale da assegnare per concorso ad una giovane contradaiola ed altri benefici. Il parroco, in quanto curatore testamentario, si era impegnato a mettere a disposizione della Civetta anche la chiesa e la sagrestia: in S. Pietro la Contrada poteva celebrare le funzioni religiose, poteva tenere le adunanze e conservare i propri beni; in cambio però era tenuta a pagare due libbre di cera bianca per la festa del Santo Patrono ed a corrispondere 5 fiorini per ogni vittoria riportata nel Palio del 2 luglio e 3 fiorini per ogni successo nella Ricorsa d'agosto. In segno di riconoscenza verso il benefattore, la Civetta aveva l'obbligo di curare l'esposizione di una propria bandiera con l'arme dei Perpignani presso l’altare di Sant'Antonio da Padova esistente nella chiesa; inoltre, al termine del "giro" per la festa titolare, i Civettini dovevano fare una sbandierata con l'alzata e bruciare due fastella di scopo dinanzi all'abitazione dei Perpigani presso la Croce del Travaglio [a. Fiorini, "La Contrada Priora della Civetta e le sue sedi", in "Contrada Priora della Civetta. Le sedi storiche", Genova 1984,].
Ricerca e testi di Alberto Fiorini per la Contrada Priora della Civetta