Risposta del mossiere Leonildo Fabbrini al giornale dopo l'annullamento del Palio alla Romana:
Ill.mo Sig. Direttore, ho letto questa mattina nel suo accreditato giornale l'articolo di cronaca riguardante il Palio alla Romana e avendovi riscontrato qualche inesattezza Le sarei grato se volesse pubblicare la seguente per rimettere le cose al loro posto.
Alla corsa della 3° batteria i cavalli caddero non perché io avessi dato il segnale della partenza, ma perché i fantini a tutto guardavano fuori che a me, che ero sceso dal verrocchio ed avevo ordinato che uscissero, perché avevano cambiati i posti ed avevano messo confusione.
Ritornati i cavalli dentro i canapi detti il segnale della partenza quando erano tutti dentro in fila.
Uno partì, gli altri stettero fermi, come se i cavalli si rifiutassero a partire; ma di chi la colpa? Mia no certamente!
Ho poi da correggere un fatto sostanzialissimo riguardante la mossa della corsa decisiva.
Non è vero che i tre cavalli fossero entrati fra i canapi e che io non avessi data la mossa perché l'Oca voltava le spalle al canapo.
Il cavallo del Montone saltò il canapo quando la Lupa era sempre fuori ed io non credei di dovere fare correre 2 cavalli su 3 dando la mossa quando la Lupa entrò dentro ed era in terra il Montone.
Ora mi permetta di dire una parola in mia difesa e specie in risposta a quanto il corrispondente della Nazione ha telefonato al giornale medesimo dicendo che io favorivo l'Oca.
Se io volevo favorire l'Oca, poco mi curavo se nella corsa decisiva il Montone era caduto. Avrei dato la mossa e l'Oca avrebbe avuto un cavallo di meno nella lotta.
Ho creduto di fare il mio dovere e di fare bene facendo cosi; non sono piaciuto, pazienza; me ne rincresce, ma d'altra parte penso che, con le corde tese come sono adesso, non sarà facile trovare uno che come mossiere accontenti una mossa di popolo che trovasi disposta a fischiare prima di vedere la gente alla prova.
Con sentite azioni di grazie mi creda.