Ieri alle ore 15 la nostra Piazza V.E. era già gremita di pubblico come mai si aveva ricordanza di aver veduto. Si giudica che vi fossero circa 30 mila persone.
Alle ore 15,30 la pista era già sgombrata e quando, poco dopo, S. M. comparve sul balcone degli Uniti, si levò dalla folla un grido entusiastico di Viva il Re.
Da ogni dove, dalla Piazza, dai palchi, dalle ringhiere, dalle finestre, dai tetti e dalla torre del Mangia non si vedeva che sventolare di fazzoletti. Fu un momento di indescrivibile universale entusiasmo. S.M. non faceva che sorridere, salutare militarmente portando la mano al berretto ed inchinare la testa. Una decina di musiche che erano state disposte nel mezzo della Piazza suonavano la marcia reale, mentre il campanone della torre del Mangia squillava a festa.
Ristabilita un po' la calma, cominciò lo sfilamento del corteo ed un nuovo caloroso applauso salutò la comparsa della contrada dell'Oca, dai colori nazionali, e che era stata estratta per prima.
La comparsa dell'Oca indossava per la prima volta i nuovi costumi che sono riusciti splendidi ed erano ammirati da tutti.
Ancora la Civetta indossava i nuovi costumi, elegantissimi per quanto siano stati fatti eseguire in brevissimo tempo dal Commissario sig. dott. Corrado Spediacci.
Ottimamente riuscite sono pure le altre nuove monture delle contrade della Giraffa, della Lupa e del Leocorno da tutti ammirate.
Ogni qualvolta sotto la loggia del Casino degli Uniti una contrada faceva il caratteristico saluto con l'alzata della bandiera, S. M. rispondeva salutando militarmente.
Il noto alfiere Forni, della contrada dell'Aquila, riscosse molti applausi dal pubblico per il famoso salto del fiocco che egli eseguisce sempre con vera maestria.
Ancora un alfiere della contrada della Torre ha imparato questo difficilissimo giuoco con la bandiera.
Il corteo si svolse fino alla fine con la più perfetta regolarità per merito principale dei signori Piccolomini Francesco, Nomi Leopoldo, Brogi Riccardo e Bernini Giuseppe Luigi; membri della commissione ordinatrice, con la efficace cooperazione degli agenti municipali e mediante un nuovo sistema di segnalazione ieri per la prima volta adottato.
Appena terminato lo sfilamento del corteo, un nuovo, Interminabile grido di Viva il Re si partì dalla folla e le musiche intuonavano ancora una volta la marcia reale.
L'autorità municipale, come già dicemmo, preoccupandosi di un eccessivo prolungamento dello spettacolo, aveva opportunamente ordinato che non venisse più aperto lo sbocco di S.Martino a quella gran fiumana di gente che, avendo fatto tardi, vi si agglomera durante lo sfilamento del corteo. Ma S.M. essendosi accorto di quel forte assembramento che si agitava dietro la linea dei carabinieri, manifestò al sindaco Lisini il desiderio che si facesse partecipare alla corsa ancora tutta quella gente, non importandogli che si facesse un poco più tardi.
Il desiderio del Re, naturalmente, fu un ordine e subito venne aperto lo sbocco di S.Martino, come si usa fare ad ogni Palio.
Alle 16,50 precise il bravo sig. Leonildo Fabbrini dette una di quelle belle mosse alle quali ci ha ormai abituato e che soddisfano ognuno.
Come in un sol gruppo partirono i cavalli del Leocorno, dell'Oca, dell'Istrice, della Pantera e della Lupa, ma il Leocorno riuscì subito ad avvantaggiarsi mettendo qualche metro di distanza fra se e gli altri.
Alla voltata di S.Martino l'Oca che aveva alla ridossa la Pantera, cadde e sopra di lei cadde pure la Lupa.
Alla seconda girata il Leocorno aveva messo una bella distanza fra sè e le contrade dell'Onda e dell'Istrice che erano le più vicine a lui, ed ormai tutti ritennero la sua vittoria incontrastata, come difatti fu.
Alla terza girata, presso il Casato, il fantino della Pantera scese o cadde da cavallo e subito si allontanò dalla Piazza per la via del Casato.
Tutte le contrade spiegarono le bandiere per festeggiare la vittoria del Leocorno e tutte insieme si recarono sotto il balcone del Re per rendergli solenne onoranza.
La dimostrazione continuò fino al momento, in cui il Re, salutando più volte si ritirò dal balcone.