ACCADDE CENTO ANNI FA. di Davide Donnini
Cento anni fa, quando l'esclusione dei cavalli per manifesta superiorità era una pratica pressoché sconosciuta, si potevano creare delle accoppiate irresistibili e difficili da battere; una di esse fu quella composta da Fanfara ed Ottorino Luschi detto Cispa. Già primo al bandierino in entrambe le carriere del 1922, per i colori di Montone e Bruco, il binomio Fanfara-Cispa fu ricostituito dal capitano del Nicchio Guido Racchi in occasione del Palio di luglio del 1924.
Le quattro prove vinte che denotavano uno strapotere assai evidente e la presenza di avversari poco competitivi, eccezion fatta per la Tartuca con Lola e Randellone, vincitori nell'agosto precedente, non facevano però dormire sonni tranquilli ai nicchiaioli, nella cui mente erano ben impressi gli eventi del Palio di luglio 1923, quando Fanfara stava per riportare il cencio nella nonna Civetta. All'ultimo Casato, però, avvenne l'incredibile e Cispa, senza opporre troppa resistenza, così come sostennero nel Castellare, si fece sopraffare da Pirulino nella Lupa sulla modesta Baietta. Memori dell'accaduto, nei Pispini non esitarono a mettere le cose in chiaro con il Luschi invitandolo a non fare scherzi ed a tirare a vincere, pena il classico "passaggio da Busseto", pratica frequente all'epoca per i fantini fedifraghi. Cispa non se lo fece ripetere due volte ed obbedì alla lettera ai "cosigli" dei suoi contradaioli.
Al canape si presentarono in nove: oltre a Nicchio e Tartuca c'erano l'Istrice con Rancani, la Pantera con Roberto Rusconi detto Nocciolino, alla sua unica presenza sul tufo, la Chiocciola con Fulmine, al canto del cigno di una carriera fatta di venti presenze ed un solo successo (nel 1905 per la Torre), il Leocorno con l'esordiente Angelo Rossi, passato alla storia senza il soprannome, la Selva con Pirulino, l'Oca con Picino ed il Montone con Porcino. Mancava l'Onda, la cui cavalla, una grigia di Guido Sampieri, uscì di scena per la seconda prova.
Data la mossa, Cispa prese subito alcuni colonnini di vantaggio: "è Nicchio; e il Nicchio è in testa. Il bravo Luschi a San Martino schiva l'insidia della svolta e primo resta, sprona il barbero e vola e primo arriva"; così recitavano alcune strofe del sonetto celebrativo della vittoria che ben riassumono la galoppata in solitaria del Nicchio mai insidiato dalla Tartuca, alla fine seconda e dall'Oca che fece un Palio eccezionale con la menonomata Margiacchina. Cispa divenne così il fantino con più successi in groppa allo stesso cavallo e tale rimase per oltre ottanta anni, fino cioè allo storico poker di Trecciolino su Berio.
La trentaduesima vittoria del Nicchio fu anche la seconda personale per capitan Rocchi, passato alla storia per essere stato uno dei condottieri più vittoriosi di sempre, ma anche per aver contribuito alla creazione di quel micidiale sodalizio a quattro contrade che fu il TONO, acronimo di Tartuca, Oca, Nicchio, Onda, vera e propria macchina da guerra che monopolizzò la scena paliesca tra la fine degli aani '20 e la metà del successivo decennio.