Una serie di colpi di scena da far restare nell'incertezza i senesi fino all'ultima curva di San Martino. Un continuo ripetersi di capovolgimenti fronte, avrebbero potuto vincere il Drago, la Civetta, l'Oca o la Pantera, ma vinse l'Istrice.
Un Palio importante questo del 2 luglio 1975, perché se la Carriera dell'agosto precedente segna l'inizio di un nuovo ciclo di strategie paliesche con a capo Aceto e non più un nucleo di fantini, da quest'anno ha inizio quella politica, che ci accompagna fino ad oggi, tesa a escludere i migliori cavalli, e Panezio è il primo a scontare il prezzo di queste strategie che non hanno mai ripagato nessuno.
Una Carriera tremenda dicevamo piena di suspance tanto da far trattenere il fiato in gola a chiunque. Un continuo altalenarsi di Contrade al comando della corsa. La tratta aveva assegnato i migliori soggetti all'Istrice, Aquila e Oca. La giostra delle monte per otto Contrade si delineò fin dalla prima prova: Aquila/Bazza, Lupa/Saro, Onda/Manzi, Drago/Canapetta, Civetta/Liscio, Bruco/Canapino, Oca/Aceto e Pantera/Giuggia.
Nel Nicchio fu sceso dopo la prima prova Donato per far posto Loris Almi, un esordiente, mentre in Camollia si affidarono alle "gesta" di Silvano Bietolini data l'impossibilità di trovare fantini di maggior lustro.
Nonostante tutto, la sera del Palio l'Istrice si presentava nel ruolo di favorita assieme a Oca e Aquila, mentre le uniche ad apparire senza chance, soprattutto per l'inconsistenza del barbero avuto in sorte, erano Bruco e Nicchio.
L'ingresso tra i canapi fu abbastanza tranquillo e comunque abilmente gestito da Ilario Atanasi, mossiere ricordato tra l'altro per i perfetti allineamenti. Entrarono nell'ordine: Drago, Nicchio, Oca, Lupa, Aquila, Onda, Civetta, Pantera, Istrice e Bruco di rincorsa.
Una volta raggiunto l'allineamento desiderato Atanasi dette buona la mossa e per primi schizzarono via: Drago in basso, Istrice in alto e l'Oca al centro seguiti da Lupa, Aquila, Onda e più indietro Pantera e Civetta.
Al primo giro a San Martino l'Istrice al comando seguita dal Drago e dall'Oca. Bietolini prende male la curva, si allarga finisce sul collo di Rimini ma riesce a restare a cavallo. Aceto e Canapetta ne approfittano buttandosi all'interno.
Al Casato è primo il Drago seguito da Istrice, Oca e Aquila. Al passaggio dal bandierino del secondo giro si fa sotto l'Onda in terza posizione che scavalca l'Oca.
Si arriva a San Martino con l'Aquila in prima posizione grazie a un poderoso sprint, ma Pitagora addrizza la curva e Bazza cade per terra, concludendo in questo modo l'ultimo Palio.
L'Istrice torna in prima posizione, il Bietolini, a ulteriore conferma di quanto sia azzeccato il proprio soprannome, si ritrova nuovamente sul collo di Rimini alle sue spalle c'è sempre il Drago mentre rinviene forte la Pantera in terza posizione, l'Oca è sempre dietro ma non sembra più nelle condizioni di impensierire i primi.
Al Casato il Giuggia supera l'Istrice, seguito dal Drago, Civetta e Onda, mentre Canapino nel disperato tentativo di risalire di posizioni frana per terra coinvolgendo anche Orbello e Aceto.
La Pantera è sempre prima e appare irraggiungibile. Lucianella arriva a San Martino lanciatissima, ma la potente purosangue non risponde più ai richiami del Giuggia e addrizza inesorabilmente la curva.
L'Istrice è nuovamente prima e questa volta non cederà all'ultimo attacco della Civetta che ha forse un attimo di indecisione nell'affrontare il terzo Casato. Liscio bravissimo debuttante con la difficile Rucola non riesce a ripetere il finale che fu già di Bazzino nel luglio dell'anno precedente e finirà in seconda posizione, terza è la Lupa che disperatamente ha risalito posizioni su posizioni per contrastare l'avversaria.
E così Silvano Bietolini detto Ragno coglie su Rimini la sua prima meritatissima vittoria in una Carriera in cui il suo grande mestiere ha prevalso sul poco allenamento, e guadagnata sul Campo grazie all'accorto tempismo con il quale è uscito tra i canapi ma anche per la sicurezza, il coraggio e la caparbietà con la quale ha corso e insistito anche quando il suo sogno è apparso, più volte, compromesso.
Ragno vince anche per la gioia dell'esordiente Capitan Nannini e di tutto il popolo di Camollia. Piangono i perdenti e soprattutto piange Pietro Fontani, per la morte del suo cavallo prediletto, Orbello. Autentico dominatore della scena del Palio, lascia in questa Carriera il "testimone" a Rimini che saprà con dignitosità ricordare il suo nome.