Un Palio classico, senza colpi di scena né emozioni particolari, dominato dalla Selva. A detta di alcuni esperti questo risultato era già scontato alla vigilia.
Questa fu la carriera del 16 agosto 1974 con cui i selvaioli si rifecero ampiamente sulla sfortuna e dell'insuccesso avuti con Canapino e l'esordiente Rimini il 2 luglio precedente. Una carriera non priva di rievocazioni e soprattutto di cambiamenti, inizio di nuovi cicli palieschi.
Una rievocazione importante fu la presenza di Canapino, quel 16 agosto, in un letto dell'ospedale "vecchio" accanto al finestrone che dava affaccio sulla piazzetta della Selva. Si era infortunato seriamente durante la tratta montando Pitagora.
Dallo stesso angolo di quella corsia, 55 anni prima un altro fantino della Tartuca, Aldo Mantovani detto Bubbolo, fu testimone "all'orecchio" della campanina di San Sebastiano e delle grida gioiose dei contradaioli della Selva dopo la vittoria sul Campo. Era il 16 agosto 1919. Bubbolo era stato operato da poche ore per una ferita da taglio addominale riportata durante una rissa in piazzetta di Bocco.
L'inizio di un nuovo ciclo paliesco è da riferire sia all'accoppiamento Panezio-Aceto (che si forma per la prima volta nella Selva e che darà lustro e vittoria a questi due protagonisti del Palio) sia all'inizio del periodo monarchico di Aceto.
Fino all'agosto 1974 era stato operante e dominatorio in modo paritario un gruppo di tre fantini sostenuti dalle rispettive dirigenze: Donato/Nicchio, Canapino/Tartuca e Aceto/Oca. Bazza il solitario della montagna, completava il mazzo standosene in disparte, con accordi singoli, di volta in volta separati.
Anche il rapporto fra Aceto e Canapino era stato, fino all'agosto 1974, abbastanza equilibrato pur con le sue venature di odio-amore: Canapino aveva vinto tre palii e Aceto quattro per cui anche in fatto di successi personali l'equilibrio reggeva.
Ma dopo il 16 agosto 1974 le cose cambiano. Sia Donato che Canapino non vinceranno più, lo stesso sarà per Bazza. Aceto invece, specialmente in compagnia di Panezio, comincia ad accumulare vittorie su vittorie fino a raggiungere il record.
Si è detto che alla vigilia della carriera dell'Assunta 1974 il pronostico degli esperti era puntato sulla Selva. Eppure i cavalli buoni non mancavano. C'era il fortissimo Marco Polo (Terence) montato dal Manzi, c'era Orbello, già vincitore di due palii, nella Torre con Camillo, c'era Ringo, l'agile grigio del Susini, in mano a Bazza nella Giraffa.
Tutti questi cavalli avrebbero potuto vincere il Palio. In seconda linea apparivano Rucola e l'esordiente Quebel che a quel tempo veniva erroneamente considerato un cavallo scadente al terzo giro.
Mirabella non era in buone condizioni fisiche in seguito alla "spallatura" riportata nel Palio del 2 luglio 1973 nel Drago. Aveva comunque già vinto tre carriere.
Gli unici cavalli forse tagliati fuori dalla possibile vittoria erano Manon e l'esordiente Rio Marin. In questo quadro l'accoppiata Panezio-Aceto non poteva che essere vincente.
Ben diversa la conclusione di questo pronostico se le monte fossero state: Donato su Orbello, Bazza su Marco Polo, Manzi su Rucola, Canapino su Rimini, ecc.. Ma del senno del poi...
Insomma andò a finire che Aceto vinse a mani basse. Partito bene nonostante la posizione alta fra i canapi, stretto fra Ringo e Rucola (ciò che per Panezio era un vantaggio, contrariamente a quanto si poteva immaginare) Aceto prese la testa della corsa prima di San Martino e la tenne agevolmente per i tre giri nonostante la rimonta del Manzi e di Marco Polo e l'assillo costante di Bazza e di Ringo fino al terzo San Martino.
Nessun incidente ai cavalli. Affermazione netta delle capacità del nuovo mossiere, l'indimenticabile Ilario Atanasi di Ronciglione.
Grandi feste nella Selva. Il nottanbulo che fosse transitato per Piazza del Campo quel 17 agosto verso le quattro avrebbe visto i dirigenti della Selva e Aceto, trasformati in ronzini, correre nuovamente il Palio fra loro rievocando a caldo le gesta del pomeriggio precedente.
Quello stesso giorno, durante il giro vittorioso dei selvaioli, Aceto entrò per la prima volta nei locali della Torre e bevve un vino bianco sui tavoli della società Elefante. Sembrò uno scandalo. Ma vent'anni dopo...