"La chiamano la sciatta - però gli è un gran modello - non sarà mai sgabello".
Questo è uno dei tanto stornelli che i selvaioli cantano, assieme ai recenti sfornati con le rime su Bastiano.
Quel "modello" deve far riflettere, perché, in occasione dei festeggiamenti della vittoria di luglio, i titoli onorifici delle Contrade si sono arricchiti di un'unità: ci sono 4 Contrade nobili, una Priora, una Imperiale, una Capitana e una signora: la Selva.
Con questo "incipit", apparso nell'edizione del 22 settembre 1978, "Sunto" imprimeva la sua primogenitura sul mito della "Signora Contrada" a suggello di un Palio sofferto per il popolo di Vallepiatta.
Ma veniamo alla cronaca spicciola di questa Carriera. La vigilia del Palio venne funestata dalla scomparsa di Giuseppe Gentili, in arte Ciancone, morto a 61 anni sul suo palcoscenico preferito: una pista da corsa.
Sul Verrocchio fece il suo esordio Carlo Palmieri, starter del Jockey Club di Grosseto, in sostituzione di Ilario Atanasi, scomparso nei primi mesi di quest'anno.
Le batterie non furono molto significative, fatta salva la presenza di un fantino un po' particolare, tale Fabio Rugani, che, montato su "Lotta Continua", fu, dalla stessa, scaricato al Casato, consentendogli di constatare l'effettiva durezza del manto tufaceo.
La scelta dei cavalli fu, al contrario, particolarmente polemica e portò all'eliminazione di due "big" come Panezio e Rimini.
Rimasero, quindi, tra i favoriti, il grigio Quebel, toccato poi in sorte alla Tartuca, e un soggetto di 6 anni, certo Urbino con alle spalle un solo Palio corso neanche troppo brillantemente, ma in cui aveva fatto intravedere grandi possibilità. L'esultanza dei selvaioli era, perciò, giustificata.
La prova della sera vide l'esordio di un fantino ventiquattrenne, Silvano Vigni da Vescona, ma, a Siena, nessuno se ne accorse, poiché l'attenzione generale fu rivolta tutta all'episodio accaduto proprio durante quella prova: lo Zedde, fantino della Chiocciola, strattonò violentemente Canapino, fantino della Tartuca, provocando gravi incidenti nel dopo corsa.
Lo Zedde venne sospeso nella nottata, con procedura d'urgenza, e punito, successivamente, con 4 Palii di squalifica.
La prova generale, poi, segnò la svolta del Palio per Torre e Lupa: le cadute di Spillo (frattura del perone destro) e Liscio (frattura del polso sinistro) compromisero le chances dei rispettivi rioni.
Il pomeriggio del Palio, con il Corteo storico già abbondantemente avviato, una pioggia battente costrinse a rinviare tutto al giorno dopo.
La sera del 3, così si presentarono ai canapi: Onda, Selva, Oca, Chiocciola, Valdimontone, Drago, Tartuca, Torre, Pantera, Lupa.
Scattarono per prime Onda e Selva che rimasero accoppiate fino a San Martino, seguite dalla Chiocciola. Attardate le altre con Canapino intruppato nella parte alta della pista.
A circa metà strada tra Fonte Gaia e San Martino, l'Oca alzò la Torre verso i palchi con un impatto molto violento: il Corchia cadde e gli andò dietro anche Umorista. La Lupa rimase coinvolta nell'incidente e finì, anch'essa, per le terre.
L'Onda, intanto, entrò fortissima all'esterno a San Martino, allargando inesorabilmente e venendo superata da Chiocciola e Montone.
Al primo giro al Casato, Urbino ebbe un inciampo ma Bastiano, con freddezza, lo rialzò da terra, senza fargli perdere neanche un tempo di galoppo. Dietro il ruolo di inseguitore fu preso dal Montone.
Nei pressi di San Martino, la Selva si sentì addosso il fiato di Tornado. Affrontarono la curva e i due barberi quasi si impanciarono. Fu l'ultimo brivido di questo Palio.
Alla Cappella fu l'ultimo guizzo vincente di Urbino ad avere la meglio sulla tenacia del Montone. Anche per la Chiocciola la curva di San Martino risultò fatale: Tremoto entrò largo, scivolò sul garrese, e concluse con una caduta. I giochi erano fatti. La corsa da questo momento divenne monocorde.
Il terzo giro fu, per Urbino e Bastiano, quasi un giro di normale amministrazione. La Selva tenne a distanza di sicurezza il Montone e, al bandierino, arrivò prima di almeno quattro lunghezze.
Dietro di loro Utrillo scosso che Canapino, il grande favorito della vigilia, non riuscì a passare.