Il 1978 si chiude con inaspettate novità. Le due Carriere sono infatti dominate da volti nuovi della Piazza che imporranno la propria legge negli anni a venire.
E' da quest'anno che avviene il passaggio di testimone tra una grande generazione di fantini (Bazza, Tristezza e Donato) e le nuove leve, capaci d'imporsi autorevolmente sulla scena del Palio.
Esordiscono Bastiano e Cianchino e per loro è subito vittoria mentre Francesco Congiu dovrà aspettare un altro Palio.
L'esordio di questi fantini mette tra l'altro in penombra le prestazioni di "mostri sacri" come Aceto e Canapino, dati come sicuri favoriti nei Palii di luglio e di agosto.
"Fintanto che in Piazza ci saranno questi fantini - aveva commentato Aceto nell'immediato dopo corsa del Palio di agosto del 1977 - io e Canapino continueremo a correre con successo per molti anni ancora!". Ma dal 1978 in poi Aceto non troverà più sul suo cammino tante strade aperte come prima.
Questo commento sulla nascita delle nuove stelle di Piazza del Campo non vuole però togliere altro spazio al vero protagonista del 1978. Si chiama Urbino de Ozieri è un mezzosangue sardo, baio scuro figlio di Bazooka e Oneglia. Esordisce in Piazza nella precedente Carriera di agosto, nella Chiocciola. Una prova incolore subito riscattata dalle vittorie con Bastiano nella Selva e con lo splendido "cappotto" di agosto per la Pantera.
Urbino vince con la stessa disinvolta autorità con la quale si era imposto di luglio per i colori di Vallepiatta, conquistando la vittoria con il nuovo record della Piazza che appare subito ineguagliabile.
Dietro di lui Rimini e Panezio sono apparsi ormai sul viale di un precoce tramonto, preceduti perfino dal sorprendente Saputello che guidato da Bastiano in una bruciante partenza aveva fatto ben sperare il popolo dei Pispini.
Sulla groppa del prodigioso barbero questa volta a farsi bello è stato Salvatore Ladu detto Cianchino, già promessa dopo la Carriera di luglio, e subito rivelazione della Piazza.
Urbino e Cianchino hanno vinto alla grande, dietro a loro soltanto Saputello e Bastiano riescono a sostenere il passo dei vincitori.
Si comincia con una mossa difficile, le Contrade al canape sono nove: Ballera, la cavallina del Bruco, viene abbattuta poche ore prima della corsa in seguito ad incidente occorsogli durante lo svolgimento della prima prova.
Le Contrade saranno chiamate da Mossier Palmieri in questo ordine: Tartuca, Nicchio, Pantera, Montone, Drago, Leocorno, Onda, Istrice e di rincorsa la Giraffa.
Per Aceto la caduta dal soprallasso durante la Passeggiata Storica, e ora l'ottavo posto al canape non fanno presagire niente di buono e anche negli istriciaioli la calma e la tranquillità della vigilia lasciano il posto al timore.
C'è molta agitazione tra i canapi e Palmieri fa uscire le Contrade una prima volta. Quando rientrano la confusione continua. Ad un certo punto si ha l'impressione che la mossa sia "matura", il mossiere si rivolge alla Giraffa invitandola a entrare e in quell'attimo il cavallo dell'Onda con un guizzo improvviso urta il canape e il Manzi rotola per terra.
Il fantino viene subito soccorso, ma passeranno lunghi minuti prima di rientrare tra i canapi. E ci sarà ancora una mossa falsa che vedrà partire molto bene l'Istrice.
Ma la partenza buona vedrà schizzare in testa solamente il giubbetto blu del Nicchio e quello della Pantera. Dietro saranno vanamente rincorsi da Tartuca, Leocorno, Istrice e Onda.
A San Martino il momento cruciale: il Nicchio si allarga e Cianchino ne approfitta per gettarsi all'interno conquistando la testa della corsa.
Da questo punto in poi nonostante Bastiano cerchi di fare il possibile per riportarsi "sotto", la prima posizione viene saldamente difesa e mantenuta dalla Pantera e da un grande Cianchino che sfrutta in pieno la propria tecnica e la potenza di Urbino.
Alle loro spalle la rincorsa affannata di Rimini e Panezio sembra fotografare la loro abdicazione dei due grandi della Piazza.
L'ultimo passaggio alla Cappella il duo di testa lo conclude con i panterini che invadono la pista, correndo a braccia alzate verso il Palco dei Capitani a pretendere il meritato "cencio" di Alberto Sughi.