Tre giorni di attesa per una Carriera che indubbiamente valeva la pena di vivere. Un Palio bellissimo avvincente che solo negli ultimissimi metri si è rivolto a favore della Civetta, dopo una estenuante e incredibile lotta con il Drago.
Ma la vigilia del Palio non inseriva la Civetta nei favori del pronostico. Il Nicchio con Utrillo, la Selva con Saputello, l'Aquila con Rimini e il Leocorno con Panezio partivano con molte più chance, soprattutto per l'assenza di Urbino de Ozieri, che comincia a scontare con la forzata assenza da questo Palio la superiorità e l'eccezionale adattabilità alla Piazza del Campo.
Il valzer delle monte si chiude già dopo l'assegnazione dei cavalli. Ci sarà solo un cambio "sostanziale" tra Civetta e Aquila. Il Manzi corre le prime tre prove nella Civetta per poi andare a montare su Rimini.
Nel Castellare optano quindi per Francesco Congiu, un giovane che ha già corso due Palii nel 1978 facendo intravedere molte cose buone.
Per il terzo Palio consecutivo sale sul verrocchio Carlo Palmieri, che riesce - a differenza dello scorso anno - a dare la partenza buona subito al primo schieramento.
Le Contrade entrarono nell'ordine: Civetta, Nicchio, Bruco, Drago, Torre, Leocorno, Giraffa, Aquila, Selva e di rincorsa l'Istrice.
Nicchio e Civetta si cambiano di posto ma tutti sono allineati quando la Selva (nona) entra di gran carriera seguita dall'Istrice. Schizzano velocissimi in avanti Drago, Torre, Leocorno e Aquila. Dietro seguono tutti a plotone schierato.
A San Martino il Drago è sempre in testa. La Torre viene affiancata all'interno dal Leocorno e subito dietro incalzano Aquila, Nicchio e Civetta. Poco più indietro seguono la Selva, il Bruco e la Giraffa.
Al primo Casato la Torre, fino a quel momento in seconda posizione, sbatte violentemente contro i palchi, viene agganciata e sorpassata dalle dirette inseguitrici: Leocorno, Civetta, Aquila e Nicchio.
Intanto alle spalle dei primi avviene il dramma: l'urto della Torre contro i palchi ha provocato la rottura di uno sportello che causa le cadute di Giraffa e Bruco. Zurigo riporterà una grave e profonda ferita al petto, Cianchino si romperà una clavicola.
Davanti la corsa si fa sempre più avvincente e spettacolare. A San Martino il Drago si allarga troppo e la Civetta lo infila all'interno. Dietro Aquila e Nicchio - in pieno recupero - affiancano e sorpassano Panezio e Liscio.
In piena curva Spillo rovina per terra con il suo Zirbo, mentre dalle retrovie rinviene fortissima la Selva.
Al Casato la Civetta conquista la prima posizione. Ma il Drago non molla e prima del terzo passaggio a San Martino riconquista la testa della corsa. Ma il Grinta gira ancora largo dando modo non solo alla Civetta, ma anche all'Aquila e al Nicchio di recuperare metri preziosi.
Le quattro Contrade si trovano così riunite nello spazio di pochi metri. Il Congiu sfrutta l'agilità del roano Quebel e si mantiene all'interno.
Il Drago continua a spingere, ma sembra che al duo di testa manchino le forze per il rush finale. L'Aquila che segue come un'ombra la scia della Civetta e il Nicchio, alle spalle del Drago, sono pronte per gettarsi allo spasimo negli ultimi metri.
Al Casato Renato Monaco, gira bene ma finisce sul collo di Flash Royal, per lui è finita. L'arrivo è quasi da fotofinish, con la Civetta che riesce a schizzare davanti a tutti, dietro Aquila e Nicchio praticamente appaiati, poi Drago e Selva.
Così volando sui mille metri di tufo finalmente percorribili dopo gli acquazzoni dei giorni scorsi, la Civetta ha portato nel Castellare il suo trantaduesimo Palio.
E forse proprio quello che le è più caro, perché intitolato a Cecco Angiolieri, il celebre poeta senese che ebbe i suoi natali proprio nel cuore del rione.
Addirittura c'è chi giura che la vittoria della Civetta sia stata opera sottile e medianica dello stesso Cecco, civettino pure lui. Fatto sta che il Palio dipinto da Marco Salerni è stato calato dal Palco dei Giudici da Sabatino Mori, Capitano della Contrada, in un mare di contradaioli festanti.
Lo stesso Capitano aveva portato questa Contrada alla vittoria nell'agosto 1976 con Aceto e Panezio.